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Riforma Madia, sì ai licenziamenti lampo per i "furbetti del cartellino"

Davide Di Santo
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Semaforo verde al Consiglio dei Ministri a due dei tre decreti correttivi della riforma Madia della Pubblica amministrazione (quelli bocciati a novembre dalla Corte Costituzionale). Si tratta dei provvedimenti sulla stretta per le partecipate pubbliche e sui licenziamenti lampo per i "furbetti del cartellino". Il terzo decreto, che riguardava il riordino dei dirigenti delle Asl, è stato rimandato alla prossima riunione. Vista infatti l'assenza oggi del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, la ministra Marianna Madia ha ritenuto opportuno sfilarlo dall'ordine del giorno. Il primo via libera del Cdm interessa dunque due dei tre decreti che erano stati bocciati lo scorso novembre dalla Consulta a seguito di un ricorso della Regione Veneto. La Corte Costituzionale aveva stabilito che non era sufficiente il semplice "parere" della Conferenza Stato-Regioni ma era necessaria "un'intesa" tra le parti. Così, riguardo ad esempio al decreto sulle partecipate pubbliche, le Regioni avevano chiesto che la soglia del fatturato sotto la quale scattasse la chiusura della società fosse ridotta da un milione a 500.000 euro. Ma, secondo quanto si apprende, la cifra sarebbe rimasta quella della prima versione. Intesa raggiunta dunque sul tetto dei 500.000 euro. L'approvazione del Testo unico del pubblico impiego slitta dunque al Consiglio dei Ministri della prossima settimana. Il Testo unico deve essere approvato entro il 28 febbraio per poi passare all'esame del Parlamento. La ministra Madia sta lavorando alla stesura finale, anche alla luce del confronto con i sindacati avuto nei giorni scorsi.

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