Proporzionale in cambio del voto a giugno Torna l'asse tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi
Lo diceva anche Antonello Venditti, "certi amori non finiscono". Ci si può allontanare, perdersi di vista, ma poi prima o poi ci si ritrova. Succede in questi giorni, secondo La Stampa, a Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. I due, orfani del Patto del Nazareno, avrebbero ricominciato a sentirsi e starebbero mettendo in piedi un percorso che porta dritto dritto alle elezioni anticipate di giugno. Il Cavaliere, infatti, incerto sul destino che lo attende (quando verrà emessa la sentenza del tribunale di Strasburgo? Gli daranno ragione? Tornerà eleggibile e candidabile?) si starebbe lentamente convertendo all'idea di un veloce ritorno alle urne. Un'ipotesi su cui Renzi sta lavorando da quando, sconfitto nel referendum, è stato costretto a fare gli scatoloni e lasciare Palazzo Chigi. L'iter, scrive il quotidiano torinese, sarebbe già tracciato. Attendere, il 24 gennaio, la pronuncia della Consulta sull'Italicum, quindi la pubblicazioni delle motivazioni della sentenza (che dovrebbe arrivare nei primi giorni di febbraio), poi correggere la legge elettorale e andare al voto. Tutto, ovviamente, si regge sulla convinzione che la Corte, obbligata ad armonizzare i due sistemi elettorali attualmente esistenti per Camera e Senato, spinga verso un impianto proporzionale con soglia di sbarramento cancellando quindi il ballottaggio. A quel punto, scrive La Stampa, il Parlamento si metterebbe all'opera per fare giusto qualche correttivo e, nel giro di un mese o poco più, il Paese avrebbe una nuova legge elettorale. Cioè la prima condizione dettata dal presidente Sergio Mattarella per poter tornare al voto.