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Referendum, Berlusconi in campo: "No per far cadere governo"

Silvio Berlusconi

Silvia Sfregola
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Un unico fronte del No ma diverse vedute su quello che sarà il dopo 4 dicembre e soprattutto sul futuro del centrodestra. A otto giorni dal voto Silvio Berlusconi, come promesso, intensifica le sue apparizioni televisive per la campagna elettorale e il suo appello è forte e chiaro: "Bisogna andare a votare per un deciso e responsabile No, anche per mandare a casa un governo che non risolve niente". L'ex Cavaliere sceglie gli studi di canale 5 per sfidare, se pur a distanza di qualche minuto, il premier. Con la riforma costituzionale e l'Italicum "si è cucito un vestito addosso" per diventare "il padrone d'Italia", è l'accusa. Le regole del gioco, invece, vanno scritte insieme. Ecco perché il leader di Forza Italia, dopo un'eventuale vittoria del No, continua a "sperare" nella volontà di renzi di aprire un tavolo sulla legge elettorale, al quale invita a sedere anche "tutte le forze nel nostro Paese". L'ex Cav punta a modificare l'Italicum tornando "al proporzionale, con un limite per i piccoli partiti per non avere una frammentazione eccessiva del Parlamento". Se invece dovesse vincere il Sì, è sicuro Berlusconi, la storia d'Italia "cambierà nel male". È per scongiurare questa ipotesi, mosso "dal senso di responsabilità" verso il Paese che ama che è tornato in campo. E per lo stesso senso di responsabilità, dice dal salotto di Barbara D'Urso, che potrebbe anche ricandidarsi dopo una pronuncia favorevole della corte di Strasburgo. Matteo Salvini, almeno a parole, è pronto ad accoglierlo a braccia aperte. "Sarei davvero felice se uscisse dagli impedimenti e fosse in condizione di ritornare pienamente alla politica", dice, non dimenticando di sottolineare, però, come i tempi siano cambiati. "Dobbiamo tutti guardare avanti. Non possiamo ripresentarci agli italiani nello stesso modo in cui lo abbiamo fatto sempre. Il che significa che chiunque voglia sfidare il Pd alle prossime elezioni dovrà avere la piena legittimazione degli italiani. Non ci possono più essere leader decisi a tavola o davanti al caminetto". Dello stesso avviso Giorgia Meloni, protagonista di un nuovo selfie con Salvini e Toti, scattato a Roma in occasione di una manifestazione per il No al referendum, dopo quello di Firenze non troppo gradito dall'ex premier. "Per far vincere il No - sottolinea la leader FdI - dobbiamo andare a votare, senza se e senza ma. E se poi si inventeranno il quarto governo di fila non eletto dai cittadini, vi chiameremo alla mobilitazione e stavolta vi dovete fare sentire. Non si fanno i governi per fare le leggi elettorali, ma per risolvere i problemi dei cittadini. La legge elettorale si può fare con il governo Renzi dimissionario. Fate la legge elettorale che vi pare ma fateci votare". Intanto Matteo Renzi parla di "partita apertissima e di tanti indecisi". Il premier gioca a carte scoperte e ammette che il rischio di un governo tecnico c'è "solo il sì può - ammonisce - può scongiurarlo". Renzi trascorre la giornata nei teatri allestiti per il Sì di Torino, Monza e Bologna, ma sceglie il programma di Barbara D'Urso per un confronto tv, sia pure a distanza di qualche minuto, con Silvio Berlusconi. "Io sono diverso dagli altri", ripete. "Resto se posso cambiare". Berlusconi è pronto a sedere a un tavolo sulla legge elettorale il giorno dopo la vittoria del No? "Il tavolo lo fa con Beppe Grillo, con D'Alema e con Salvini. Perché una cosa è dire che si fa la legge elettorale insieme, altra cosa è dire che si fa un bel governo di inciucio, di grande coalizione per cambiare le poltrone ma poi niente cambia".  

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