Beppe Grillo punta in alto: Se vince il No andiamo a governare
I «grandi investitori e le Borse non si spaventino. Se il M5S va al potere non succede nulla. Succede che la gente apre gli occhi e vede la realtà come è». Stavolta Beppe Grillo cambia registro. A Roma, dal palco della manifestazione organizzata dai 5 Stelle per il «No» al referendum del 4 dicembre - usa toni meno duri del solito. Attacca il premier Renzi e i partiti ma, soprattutto, parla del futuro, delle energie rinnovabili, di internet, della «sharing economy», di come è cambiato il mondo, dice, e del «fenomeno» del MoVimento, di quella che chiama una «rivoluzione», quella del «buon senso». «Le persone che sono qua, a parte qualche infiltrato, sono persone per bene» precisa. Poi sorride: «Forse siamo dei disadattati, dei perdenti, persone che hanno avuto molti fallimenti ma nel fallimento c'è poesia». Insiste: «La verità è che hanno paura della gioia e dell'allegria. Non possono digerire che questo MoVimento sia nato anche dalla testa di un comico e di un commediante». Grillo invita tutti a dire «No» e prefigura le conseguenze: «Andremo a elezioni. Vogliamo che il popolo italiano decida da chi essere governato, noi non vogliamo una grande democrazia, ma una leggera democrazia, dove il popolo decida da chi essere governato, vogliamo salvare questo Paese». E sulle ultime accuse rivolte ai 5 Stelle spiega: «Ci dicono che Roma non è pulita, che ci sono le buche. Una c'era - sorride - ci sono caduto. Parlano di Palermo (la vicenda delle firme false, ndr). C'è una motivazione, loro non sopportano questo movimento perché siamo quello che vorrebbero essere loro. Noi siamo loro da giovani». Continua: «Vogliamo razionalizzare e far tornare il buon senso, questa è una manifestazione di buon senso, noi siamo un esperimento, siamo topi da laboratorio. Noi vogliamo salvare il Paese che è in mano a cose che non conosco e controllato a mille chilometri di distanza». Non risparmia l'attacco a Renzi: «L'ho incontrato una volta e non ci sono stato a farmi prendere per il culo da uno che ha mentito e che non è stato eletto da nessuno. Insomma, non permetteremo a dei killer seriali di appropriarsi della nostra vita e della vita dei nostri figli: questo non è un voto pro o contro la Costituzione, li dobbiamo mandare a casa». Grillo ha poi concluso: «Il no non lo dovete decidere con la testa ma con la pancia. Fidatevi della vostra pancia e non della vostra mente che è stata assimilata. Sentite le persone se sono vere o fasulle, andate per istinto e poi votate». Sul palco anche gli altri esponenti del M5S. «Per far votare questo schifo di riforma a Verdini e Alfano, hanno bloccato la riforma della giustizia, hanno bloccato quella dell'anticorruzione: questo sì che fa scappare gli investitori stranieri, hanno bloccato la legge sull'anticorruzione perché i loro partiti hanno più indagati che eletti, hanno paura di perdere il potere» ha detto il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. In tutti i Paesi dell'Europa i partiti tradizionali «stanno morendo, ma loro non si rassegnano al fatto che la storia ha suonato il gong. Se vince il Sì - avverte Di Maio - chi ha avuto il potere negli ultimi 20 anni avrà il potere per altri 20 anni. Se vince il No chiederemo nuove elezioni politiche». Infine Di Maio ha fatto i conti: «Dicono che questa riforma fa risparmiare, ma solo il referendum di domenica ci costerà 300 milioni, due anni di Parlamento ci sono costati milioni e quei 50 milioni che dicono si risparmiano con la riforma sono stati già bruciati». Per il deputato romano Alessandro Di Battista «se vince il sì «chiamatela "fritturamistacrazia" ma non democrazia. L'hanno fatta sporca. È una truffa. I soggetti che l'hanno portata avanti sono dei truffatori». Roberto Fico, deputato e presidente della Vigilanza Rai, ha parlato di televisione: «Durante la campagna referendaria nell'ultima settimana il presidente del Consiglio non può andare in tv, per una legge vigente, tranne che per motivi strettamente istituzionali. La Rai invece gli ha dato il 49%. Sono fuorilegge. Siccome stanno perdendo e il no è in maggioranza - ha proseguito - si stanno giocando tutte le carte possibili e immaginabili. Ma siccome la Rai è servizio pubblico, se fa così allora è meglio che la chiudono. Lo squilibrio è tale che le opposizioni hanno convocato in Vigilanza i dirigenti e loro si fanno negare e lunedì non vogliono farsi vedere». Sul palco anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi. Prima ricorda Gianroberto Casaleggio, poi insiste: «Siamo in tanti che urlano No ad una riforma che vuole erodere pezzi di democrazia. Dicono che vogliono abolire il Senato e fanno un papocchio». Invece, ha precisato, «abbiamo una bellissima Costituzione e un procedimento legislativo facile. Quando vogliono fare una legge, quando gli va bene, la fanno in 48 ore, vedi la legge Boccadutri (quella che ha concesso gli ultimi rimborsi elettorali ai partiti senza presentare i bilanci alla Commissione che doveva valutarli, ndr). Quando vogliono una legge la fanno in due settimane, vedi la legge Fornero e lei piangeva. Quando noi proponiamo la legge sul reddito di cittadinanza questa si perde, quando proponiamo di tagliare gli stipendi ai parlamentari la rimandano in Commissione. Non vogliamo una riforma che continua a tagliare i diritti. Vogliamo ridare potere di decidere ai cittadini. Abbiamo bisogno di una Costituzione che sia applicata. C'è ed è bellissima, devono solo applicarla» ha concluso la Raggi.