IL FUTURO DEL CENTRODESTRA

Silvio Berlusconi incorona Matteo Renzi: È l'unico leader politico in circolazione

Di sicuro è presto per parlare di un nuovo Patto del Nazareno. Ma di certo i toni che Silvio Berlusconi usa per parlare di Matteo Renzi sono molto distanti dalla foga di certi alleati e compagni di partito. L'ex premier parla ospite di Rtl 102.5, e quando si tocca il tema di un suo possibile erede non si nasconde: "Un mio erede spero ci sia, anche se finora questa scelta non mi si è presentata. Avevo puntato molto su qualcuno, ma poi, addirittura, è passato dall'altra parte, mentre altri personaggi hanno deluso. Di leader veri nella politica di oggi ce n'è uno solo, si chiama Matteo Renzi. Ma fuori dalla politica, forse, ce n'è qualcuno". Difficile capire se il Cavaliere parli di sé ("espulso" dalla politica dopo le note vicende giudiziarie) o abbia in mente altre personalità. Di certo nei suoi pensieri non c'è Stefano Parisi: "In una coalizione nessuno può mettere veti, nessuno può pensare di avere la guida di una coalizione se gli altri membri della coalizione non lo accettano. I personalismi sono deleteri. Non è questo il ruolo che Parisi aveva scelto per se stesso. Lui, col mio consenso, si era messo a disposizione per raccogliere energie e protagonisti tra la gente che non si era mai impegnata in politica. Parisi ha sempre detto di non fare parte di Forza Italia, risponde solo lui delle sue opinioni e affermazioni. Io mi auguro che vada avanti nel suo lavoro e alla fine ci si possa ritrovare insieme". Nel frattempo apre, con le dovute cautele, alle primarie invocate da Matteo Salvini e Giorgia Meloni: "Il concetto delle primarie in sé è apprezzabile, ma le primarie così come si sono svolte in Italia, ad esempio nel Pd, non garantiscono assolutamente la regolarità dei voti. Sono delle primarie barzelletta. Io potrei dire sì alle primarie se ci fosse una legge che le regolasse". Ma non è solo sulla leadership che Berlusconi usa parole concilianti nei confronti di Matteo Renzi. L'ex premier, ad esempio, torna sull'elezione di Sergio Mattarella che provocò la rottura del Patto del Nazareno: "Non è che Sergio Mattarella non ci vada bene come presidente della Repubblica, ma è stato scelto contro di noi. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ci ha dimostrato che Renzi voleva solo cucirsi misure addosso a sé e al suo partito". Una battuta anche sulla lettere inviata dal Comitato per sì agli italiani all'estero (duramente criticata da Forza Italia e dagli altri sostenitori del No): "Il diritto di comunicare a tutti gli elettori è un diritto di Renzi come un diritto di tutti noi".  L'ultimo pensiero è per il referendum del 4 dicembre: "Se vince il 'no' si aprono diverse possibilità. La prima è che si riesca a fare tutti insieme una legge elettorale ragionevole e poi si va a votare. E poi si apre la possibilità di una nuova riforma che contenga alcune cose che in questa non ci sono, che è una riforma che è pericolosa per la democrazia perché può aprire la via a una deriva autoritaria". Una riforma da fare, magari, insieme a Matteo Renzi.