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La Madia ci ripensa e la riforma non si fa

Il ministro Marianna Madia

Luigi Bisignani
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Caro direttore, e alla fine fu tregua armata nei Palazzi del potere tra Ministri e servitori dello Stato. Finalmente si torna a parlare di Legge di bilancio e non degli effetti devastanti della riforma Renzi-Madia per la Pubblica amministrazione sulla quale Il Tempo, interpellati costituzionalisti ed amministrativisti, aveva acceso i riflettori. Si va verso uno stralcio. Fatti salvi alcuni punti fondamentali, come la riorganizzazione della Scuola nazionale dell'amministrazione, verrà opportunamente introdotto un meccanismo di controllo sugli obiettivi e sulla professionalità degli alti burocrati. Sul ripensamento di alcuni principi incostituzionali tirano un sospiro di sollievo anche i magistrati della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato. Nella linea di una esasperata rottamazione erano i primi, dopo i cosiddetti «mandarini», a sentire le loro carriere sotto attacco da parte del governo Renzi. E sollevato ne esce pure il magistrato dai super poteri Raffaele Cantone, che non aveva alcuna voglia di presiedere una commissione per valutare migliaia di profili pronti a fare ricorsi che avrebbero paralizzato il Tar.

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