L’odio nel Corano: «Combattete chi non crede in Allah»
È difficile per chi voglia tentare di capire che cosa il Corano veramente indichi al popolo musulmano come linea di vita e come missione in terra, trovare nel sacro testo di Maometto elementi di moderazione o di tolleranza verso il cosiddetto popolo degli infedeli. Il versetto 29 della Sura 9 del Corano è illuminante: «Combattete coloro che non credono in Allah e quelli, fra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità». Il popolo della Scrittura sono gli ebrei e i cristiani. Combatterli significa non confrontarsi con loro, ma semplicemente eliminarli, se non si sono prima convertiti. Di conseguenza, chiunque voglia commettere una violenza è perfettamente giustificato dal Corano a farlo. Molti passaggi nel Corano esortano i musulmani a uccidere gli infedeli, termine che in origine designava gli Arabi che non si sottomettevano all’Islam ma che dopo la morte di Maometto e la violenta espansione territoriale islamica, passò ad indicare tutti i non musulmani. Così, per esempio, nella sura 2 (190-193) si legge: «Combattete per la causa di Allah coloro che vi combattono, uccideteli ovunque li incontriate, scacciateli. Combatteteli finchè il culto sia reso solo ad Allah». Sono questi i fondamenti della Guerra Santa. Per vincerla, il Corano indica senza equivoci la violenza. Del resto, lo stesso Maometto fu nella sua vita un convinto operatore i violenza, assassinò molti dei suoi oppositori, consentiva che donne e bambini fossero venduti come schiavi, che centinaia di uomini fossero catturati, sgozzati o decapitati, come abbiamo visto fare oggi ai terroristi dell’Isis. Questo perché ai musulmani viene promesso a chi combatte e muore per la Jihad, il perdono di tutti i peccati commessi e ricompensato, come predica la Sura 3, «nel più alto dei Paradisi» con una vita sensuale e lussuriosa, un Giardino delle Delizie, dove i beati vivono in oasi lussureggianti, in ricchi palazzi, consumano cibi squisiti e bevande inebrianti, comprese quelle proibite sulla terra. Va ricordato che i primi anni di Maometto furono contraddistinti da una predicazione pacifica nella città della Mecca. Durante questo periodo egli si mostrò uomo che cercava di elevare la condotta morale del suo popolo attraverso una serie di leggi che faceva credere gli fossero state dettate da Dio. Subito dopo la svolta aggressiva che è sotto i nostri occhi, fino alla giustificazione delle nefandezze e degli attentati sanguinari, oggi rivolti agli occidentali, popolo degli infedeli e dei miscredenti. Un popolo che va sterminato, perché ha valori e costumi incompatibili con l’Islam, a sua volta incompatibile con la libertà, la democrazia e i diritti umani, quindi con lo stesso concetto di civiltà. L’Islam è fisiologicamente violento, conflittuale per missione religiosa, secondo i dettami del Corano. Ma esiste un Islam moderato, che bilanci quello aggressivo e seminatore di morte? Per Oriana Fallaci no. Chi si dice moderato ma bastona la propria moglie, uccide la figlia se si innamora di un cristiano, non si può definire tale. Eppure questo accade di frequente anche nella maggioranza dei musulmani non hanno aderito all’Isis. Chi vuole sostituire la democrazia con la teocrazia, madre di tutti i totalitarismi, non può dirsi moderato. Oramai stanno divenendo di dominio pubblico, oltre che virali, alcuni versetti del Corano che inneggerebbero alla violenza e alla guerra. Ricordiamo che il Corano è unico e vale sia per i musulmani cosiddetti «moderati» che per gli estremisti. Sta di fatto che coniugando fede e ragione, diversi circoscritti versi del Corano sono violenti e inapplicabili in una moderna società civile. Uno dei versetti più in voga recita senza equivoci: «Quando incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e stringete forte le catene dei prigionieri». (Sura 47:4). La verità è che tutto quanto sta accadendo oggi e che noi abbiamo fatto finta di non vedere, è scritto molto chiaramente nel Corano, così come Hitler nel Mein Kampf aveva anzitempo messo nero sul bianco le follie che avrebbe poi commesso. Tutto il male che i figli di Allah militanti nell’Isis compiono contro di noi, è di fatto scritto in molte Sure. Secondo le quali gli esseri umani hanno insito nella propria natura, insieme a elementi divini, celesti, anche una naturale inclinazione verso il male. Per un certo Islam, il male è giustificabile se usato come strumento per il trionfo di Allah.