Ci sono CasaPound e Hezbollah, la Regione ritira il patrocinio
Il convegno in programma il 26 settembre sulla «Solidarietà nel Mediterraneo» organizzato dalla Onlus Solidarieté Identitès
Un convegno sulla «solidarietà nel Mediterraneo» sta creando un vero e proprio cortocircuito tra la giunta regionale di Nicola Zingaretti, la comunità ebraica e gli esponenti della sinistra istituzionale e non. Sabato 26 settembre a Roma, alla sala convegni dell'Hotel dei Congressi è in programma un meeting dedicato al Mediterraneo Solidale che vedrà relatori esponenti di organizzazioni e partiti del vicino Oriente ed esponenti religiosi sia cristiani che islamici. Ad organizzare l'evento è l'onlus Solidarieté Identitès, un'associazione di volontariato identitaria impegnata nella solidarietà «differente». Ospiti saranno esponenti della comunità siriana in Italia, quattro ambasciatori ma la polemica nasce perché tra gli ospiti vi sono dei vertici di Hezbollah come Rima Fakhri, membro del consiglio politico, e Sayyed Ammar Al Moussaw, responsabile delle relazioni internazionali. Presentata tempo fa dagli organizzatori la richiesta di patrocinio gratuito, la Regione non ha trovato nulla in contrario e ha concesso il suo assenso (con tanto di logo sulla locandina ufficiale) salvo poi - dopo le proteste arrivate da più parti con l'accusa di un meeting dove hanno tribuna esponenti dell'Islam come Hezbollah assieme a quelli della destra non conforme, come alcuni esponenti di CasaPound - fare marcia indietro. «Avendo avuto notizia della partecipazione all'evento e del patrocinio di soggetti riconducibili ad organizzazioni citate nella risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2005 (dove Hezbollah viene indicata come protagonista di episodi di terrorismo, ndr) - ha scritto Zingaretti - si ritiene di revocare il precedente patrocinio». In imbarazzo la giunta regionale, dunque, che si è giustificata poi coi tecnicismi sui patrocini. Eppure dalle parole della presidente di Sol.Id concesse al giornale on line il Primato Nazionale il tema dell'evento di sabato (a cui hanno dato la propria adesione anche diversi studiosi e rappresentanti della Chiesa) sembra essere strettamente connesso all'emergenza di questi giorni: «Il Mediterraneo va ripensato come nuovo faro di civiltà - ha spiegato la portavoce dell'associazione che ha svolto missioni di solidarietà dalla Birmania alla Siria -. Questo mare non può essere concepito solo come tomba di rifugiati, ma può essere il terreno per sinergie politiche e solidali. Di questo parleremo con i rappresentanti delle nazioni mediterranee e non solo, dato che noi proponiamo il concetto di "Mediterraneo allargato", che ha una valenza culturale e non solo geografica».