Hotel nei conventi del Vaticano. Ecco quanto (non) pagano di tasse
Sono 246 per 273 immobili: decine di milioni di Imu e Tasi non versata
Benvenuti al Grand hotel Vaticano. «Se un convento religioso lavora come un albergo, paghi le tasse». Chissà se le parole di Papa Francesco, pronunciate due giorni fa ai microfoni di Radio Renascenca, cambieranno la situazione di irregolarità che c'è nella Capitale, soprattutto in vista del Giubileo straordinario dedicato alla Misericordia. Perché a Roma su 246 soggetti ecclesiastici che gestiscono 273 strutture ricettive solo uno su tre paga l'Imu. Appena il 38%, contro il restante 62% che è irregolare. Tanto che il Comune, stando ai contenziosi aperti, deve ricevere più di 19 milioni di euro. Basta dare un'occhiata all'elenco che pubblichiamo integralmente (oggi la prima parte) ed è tutto molto più chiaro. PISCINE, TENNIS E NIENTE IMU Sull'intero territorio romano ci sono 13mila posti letto complessivi all'interno di 273 Case per ferie. Sono chiamate così, anche se in realtà in certi casi si tratta di veri e propri alberghi a 4 stelle. Qualcuno con piscina, altri persino con campi da tennis. Queste strutture sono gestite da 246 soggetti ecclesiastici diversi (tra congregazioni, istituti religiosi, monasteri e quant'altro), di cui 152 risultano irregolari nei pagamenti dell'Imu, cioè il 62%. Nello specifico, 93 (il 38%) non hanno mai versato l'Imposta municipale propria, mentre 59 (24%) lo hanno fatto solo qualche anno. Chi, invece, ha pagato regolarmente l'Imu risulta essere il 38%, ossia 94 soggetti. TASI ED EVASORI TOTALI I dati della tabella riguardano anche la Tassa sui servizi indivisibili. In questo caso gli irregolari sono quasi la metà. Tra chi non ha mai pagato la Tasi (il 33%, ossia 80 soggetti) e chi lo ha fatto solo qualche anno (il 9%, cioè 23) si arriva al 42%, per un totale di 103 irregolari. Più della metà, cioè il 58% pari a 143 soggetti, paga invece questa tassa ogni anno. Incrociando i dati, tra Imu e Tasi, risultano infine 69 coloro che non hanno mai versato né l'una, né l'altra imposta. LA DENUNCIA DEL RADICALE Queste irregolarità sono state denunciate dal presidente dei Radicali italiani Riccardo Magi, che in veste di consigliere comunale a Roma lo scorso anno, nell'aprile 2014, ha chiesto al Campidoglio la documentazione su tutte le strutture ricettive gestite dalla Chiesa nella Capitale. C'è voluto oltre un anno prima che il dipartimento Risorse economiche presentasse il dossier, dal quale si evince la situazione di irregolarità di molte Case per ferie. «Addirittura l'Amministrazione non era a conoscenza dell'esistenza di una trentina di strutture incluse in www.turismoroma.it, un sito gestito proprio dallo stesso Comune che elenca tutti gli alberghi, b&b e residence della Capitale, Case per ferie comprese», spiega Magi. Il radicale ha presentato un'interrogazione per chiedere come il Campidoglio intenda affrontare il problema, invitando a «fare controlli a tappeto su tutto il territorio». I CONTENZIOSI CON LE SUORE Intanto, il Comune deve fronteggiare una serie di contenziosi aperti nei confronti dei soggetti religiosi che non hanno pagato regolarmente l'Imu nel corso degli anni (quando ancora si chiamava Ici) per un totale di oltre 19 milioni di euro. Nell'elenco, ad esempio, risulta in debito con il Campidoglio di oltre un milione 160mila euro (dopo averne versati quasi 282mila per le annualità tra il 1998 e il 2002) la Congregazione delle Mantellate Serve di Maria. La loro Casa per ferie Santa Giuliana Falconieri in via S. Giuseppe Calasanzio, a due passi da piazza Navona, risulta oggi «chiusa definitivamente» come si legge sul sito www.viaggispirituali.it. Le Piccole Ancelle del Cristo Re devono pagare al Comune oltre 320 mila euro. Sul loro sito spiegano di essere una casa di accoglienza in via Aurelia 325 in grado di ospitare «ogni anno centinaia di turisti che scelgono di vivere un soggiorno speciale nella Città Eterna». La struttura è dotata di 72 camere con tv color. wi-fi e servizi privati. Non manca nemmeno un «ottimo ristorante» e «un'ampia meeting room». Provando a fare una prenotazione online, però, l'operazione risulta «disabilitata». Anche al telefono, non risponde nessuno. Ma è possibile provare a fare richiesta di una stanza attraverso il sito www.bookingmonastery.com, che raccoglie tutte le Case per ferie italiane. Anche le Suore Oblate del Bambin Gesù hanno un contenzioso aperto di quasi 700mila euro, mentre la Congregazione delle Suore domenicane del SS. Sacramento hanno un debito di oltre 88mila euro e, stando alla tabella dei versamenti Imu e Tasi, risultano non aver mai pagato né l'una (dal 2012), né l'altra (dal 2014). Il contenzioso, invece, della Casa per ferie Villa Maria, a largo Giovanni Berchet, è di 961.094 euro, di cui solo 104mila versati. Il pellegrino, però, può contare su «84 posti letto, reception aperta 24 ore, splendido giardino e terrazza dove potersi rilassare». REGOLARI CHE SEGUONO IL PAPA Se da una parte c'è chi non paga, dall'altra ci sono i regolari. «Condividiamo l'appello del Papa. Noi siamo in regola con i pagamenti» tengono a precisare dalla Casa per Ferie dei padri Trinitari di Santa Maria delle Fornaci. A poche centinaia di metri dal Vaticano, questa struttura è dotata di stanze matrimoniali da 95 euro a notte. Ed è una di quelle strutture ricettive ecclesiastiche ad aver capito che «se un convento religioso lavora come un albergo, deve pagare le tasse».