E il Pd si divide ancora Scalfarotto contro Delrio
Nonostante i terribili scrosci di pioggia, il Family day, ha registrato una buona affluenza e com'era largamente prevedibile non sono mancate polemiche e divisioni tra le forze politiche, anche all'interno della stessa maggioranza di Governo. Area Popolare promette di «portare» la piazza in Parlamento attraverso il leader e Ministro degli Interni Angelino Alfano: «Faremo sentire la voce di Piazza San Giovanni stracolma di donne, uomini e bambini», sulla stessa lunghezza d'onda Pier Ferdinando Casini «Non rispettare Piazza San Giovanni, significa non rispettare una parte dell'Italia», il coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello: «Piazza meravigliosa e piena di sole, la forza della natura» e quello di Roma Gianni Sammarco: «Dalla Piazza è arrivato un segnale forte che abbiamo il dovere di ascoltare e tutelare». La miccia all'interno dell'Esecutivo era stata accesa dalle dichiarazioni del Sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto che aveva parlato di «manifestazione inaccettabile» aggiungendo che «una manifestazione contro i diritti dei propri concittadini dà l'idea di quanto la battaglia per i diritti lgbt nel nostro Paese sia molto complessa», provocando le reazioni di molti esponenti del centrodestra tra cui l'ex Presidente della Lombardia Formigoni «ha perso la testa» e l'ex Ministro Nunzia De Girolamo «parole inaccettabili». Provano a mediare tra i due fronti il Ministro Graziano Del Rio, capo di una numerosissima famiglia: «C'e' bisogno di coraggio e rispetto. Diverse sensibilità e culture possono e devono lavorare insieme, non è con le guerre e con la non comprensione che si può favorire la solidarietà alla famiglia. La famiglia è un bene comune» e Fabrizio Cicchitto: «In Parlamento va trovata una mediazione, dalla contrapposizione frontale non può uscire nulla di buono». La Senatrice Monica Cirinnà, relatrice del contestato ddl sulle Unioni Civili, prova anche lei a gettare acqua sul fuoco: «Io ho fatto un lavoro d'inclusione di tutte le famiglie, di tutti gli amori e di tutti gli affetti». Dal suo partito, però, non si affannano in tanti a difendere il disegno di legge, soprattutto i big. Tira una brutta aria e deve intervenire il vicesegretario Lorenzo Guerini:«Nessuno pensi di mettere il Pd contro la famiglia» ma se il senatore Lo Giudice usa la sciabola: «Family day medievale», il Deputato Matteo Richetti adopera il fioretto: «Il Pd unisce il sostegno alla famiglia e il contrasto alle discriminazioni», il vice capogruppo a Palazzo Madama Stefano Lepri è ancora più soft: «La famiglia fondata sul matrimonio è al centro delle nostre comunità e va favorita. Le unioni civili se chiaramente distinte dal matrimonio, meritano rispetto» gli altri preferiscono non entrare nell'agone lasciando campo libero a tutti i partiti del centrodestra che plaudono alla manifestazione «benedetta» anche dal saluto su facebook di Matteo Salvini. Giorgia Meloni chiede il ritiro della proposta di Legge: «La politica non può essere cieca e sorda di fronte all’appello delle famiglie italiane: Renzi e il Pd ritirino il ddl Cirinnà». Per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Fabio Rampelli la manifestazione è stata: «risposta pacifica e civile al tentativo di snaturare il nucleo fondamentale della società». Parole simile da Forza Italia con Maurizio Gasparri: «Un’imponente manifestazione a Roma dimostra che l’Italia non si rassegna ai matrimoni gay». Anche il leader de La Destra Francesco Storace chiede alla politica di riflettere :«A difesa della famiglia il popolo non si astiene. La politica rifletta e non sia più inconcludente».