Salvini in Puglia scommette su un guardalinee della serie A

TARANTO Più che una camicia verde, un fischietto verde, anzi per la precisione salviniano: «Il giorno delle elezioni i pugliesi mostreranno un bel cartellino rosso alla sinistra di Michele Emiliano e ai centristi di Raffaele Fitto». Ha da poco festeggiato i dieci anni da guardalinee in serie A Marco Musolino, classe 1974, capitano dei carabinieri in servizio al comando Legione della Basilicata a Potenza, ingegnere esperto di elettronica, telecomunicazioni, armi ed equipaggiamenti: è il capolista di Noi con Salvini in provincia di Taranto, e guida un partito che secondo i primi sondaggi potrebbe essere la rivelazione delle regionali pugliesi. «Sono alla mia prima esperienza politica. Non ho resistito al richiamo all’impegno pubblico che scaturisce dalle parole di Matteo Salvini - spiega a Il Tempo - perché è l’unico leader che parla chiaro e soprattutto propone soluzioni ai cittadini malgovernati da Renzi a Roma e dalla sinistra in Puglia». Musolino si è avvicinato alla nuova Lega nazionale per affinità sui contenuti: «Da anni studio i sistemi fiscali negli altri paesi occidentali. Sono appassionato di Flat Tax, e la ritengo una forma di tassazione applicabile in Italia. Restituirebbe una fiscalità equa ai cittadini. Ma con Salvini e la Poli Bortone in Puglia non vogliamo fermarci qui: ci vuole una reale e concreta lotta all’evasione fiscale, come negli Usa, erogando pene pesantissime per chi evade. Tutti gli evasori andrebbero prima sanzionati e poi, se recidivi, andrebbero privati del titolo per esercitare la professione». Sicurezza e sviluppo industriale legato alla città sono i temi cruciale della campagna elettorale del fischietto ionico: «Ho scelto Noi con Salvini perché - aggiunge - sulla sicurezza non abbiamo tentennamenti: siamo dalla parte delle forze dell’ordine, con una particolare attenzione alle regole di ingaggio per combattere la delinquenza nelle strade. Poi c’è il caso Ilva: se l’acciaieria non ha contribuito a far sviluppare Taranto, è colpa dei politici che si sono fatti ammorbidire dagli Archinà di turno». I centri sociali nel capoluogo ionico gli hanno riservato scritte minatori nella centralissima via Magnaghi («Salvini e Musolino, solo benzina e accendino»), ma il candidato della Lega Sud non arretra di un metro: «Sono orgoglioso da meridionale di questa candidatura mentre provo vergogna per Taranto abbandonata dai politici in mano ai delinquenti. Non sono fascista, sono di destra e spero nel sostegno di tutti i tarantini he credono nella meritocrazia». Da qui il salto nel mondo sportivo: «Spero nel sostegno degli arbitri tarantini: tutto quello che ho raggiunto nella mia vita l’ho conquistato con i miei sacrifici. Sono entrato dopo Calciopoli, con l’Aia commissariata. La sfida più emozionante che ho arbitrato da guardalinee? La prima, Udinese Livorno. E quest’anno Roma-Torino».