Benvenuti nel Paese delle 200 mila leggi
Una montagna di commi, capoversi, rimandi, rinvii e codicilli. Benvenuti nella giungla delle leggi italiane che dal 1861, anno di fondazione dello Stato italiano, ha inserito nella biblioteca giuridica della Nazione ben 200 mila atti legislativi. Quasi 1300 all’anno. Un’iperproduzione di norme che ha creato una tale confusione normativa nella quale spesso la contraddizione e il contrasto sono l’unica regola. In tanti hanno provato a disboscare le migliaia di regole che si sono susseguite negli ultimi 154 anni. L’ultimo semplificatore è stato l’ex ministro leghista Roberto Calderoli, che nell’impeto distruttivo e liberatorio ne bruciò, non solo simbolicamente ma con tanto di accendino e benzina, una montagna. Ma nonostante questo resta ancora difficile capire quante delle 200 mila siano rimaste in vigore. LA ROULETTE DEL LEGISLATORE Come in ogni competizione anche quella a chi produce più atti normativi ha i sui record e la menzione nel «Guiness dei primati». Così a causa del voto di fiducia e dei tempi stretti per l’approvazione la legge n. 296 del 2006 e cioè la Finanziaria per il 2007, la prima del Governo Prodi II, contiene in un solo articolo (articolo 1) ben 1364 commi. Un mostro giuridico dunque. Ma all’estremo opposto va segnalato la massima quantità di articoli presenti in un’unica legge. In questo caso la palma d’oro spetta alle oltre 630 pagine di Gazzetta ufficiale che contengono il Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 ovvero il Codice dell’ordinamento militare. Le fattispecie contemplate sono talmente elevate che, per ricomprenderle tutte, sono stati necessari 2272 articoli. LE REGIONI E LO STATO La prolificità dei ministeri nel proporre nuove regole è rimasta sostanzialmente elevata anche negli ultimi anni. Dal 2009 al 2013 sono state approvate in media 76 leggi statali all’anno (7 al mese se si considera che ad agosto le attività parlamentari sono ferme). Il picco di emanazioni è stato raggiunto nel 2012 con 110 testi pubblicati nella Gazzetta ufficiale. Lo scorso anno di leggi ne sono arrivate in porto 38 con la produzione massima concentrata a settembre: 13 proposte sono diventate norme dello Stato. A dar manforte alla creazione di codicilli, clausole e “normette” va comunque segnalata l’attività delle Regioni italiane. Nel 2013, secondo il rapporto sulla legislazione della Camera dei Deputati, sono state 711 le leggi promulgate dai parlamenti locali (solo 15 nel Lazio e un picco di 60 sia in Abruzzo sia in Toscana). A queste vanno aggiunti anche i regolamenti, fonti di livello inferiore rispetto alla legge, ma comunque grandi generatori di complicazione e affastellamento di disposizioni. Sempre nel 2013 di questi ne sono stati adottati 398. Non solo dalle regioni a statuto ordinario ma anche da quelle speciali e dalle province autonome. Tra le più prolifiche in tema va citata la provincia autonoma di Bolzano con 146 regolamenti. Pigra la Sardegna che non ha adottato alcun regolamento.