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Spese pazze, rinvio a giudizio per 16 ex consiglieri regionali Pd

Luca Rocca È dalla regione “rossa” per eccellenza, oggi un po' sbiadita, che arrivano le ultime preoccupazioni per il premier Matteo Renzi. La procura di Bologna ha infatti chiesto il rinvio a...

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È dalla regione “rossa” per eccellenza, oggi un po' sbiadita, che arrivano le ultime preoccupazioni per il premier Matteo Renzi. La procura di Bologna ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per ben 16 ex consiglieri regionali del Partito democratico coinvolti nel caso delle cosiddette “spese pazze”, i soldi destinati ai gruppi consigliari regionali che, al contrario, sarebbero stati spesi in modo illegittimo. Fra i politici coinvolti c'è anche un renziano doc, l'ex presidente dell'Assemblea legislativa emiliana e attuale deputato Matteo Richetti. I fatti che potrebbero costare un delicato processo agli esponenti democrat, risalgono al periodo che va dal giugno 2010 al dicembre 2011, e vedono fra i potenziali imputati anche l'europarlamentare Damiano Zoffoli e l'ex capogruppo in regione, Marco Monari. Gli scontrini sequestrati dalla Guardia di finanza all'avvio delle indagini dimostrerebbero che fra le spese effettuate dagli allora consiglieri regionali ci sono pranzi e cene, pernottamenti in alberghi, utilizzo di bagni pubblici e compere in un sexy shop. L'elenco dei rimborsi spesa illegittimi nel mirino della procura fanno registrare cifre di tutto rispetto. Ad esempio, a Monari vengono contestati ben 940mila euro proprio perché capogruppo e quindi responsabile anche delle spese di tutti gli altri, mentre a Richetti e Zoffoli rispettivamente 5mila e 8mila euro. E poi: 9mila a Marco Barbieri, stessa cifra a Marco Carini, 11mila Gabriele Ferrari, 4mila Thomas Casadei, 15mila Valdimiro Fiammenghi, meno della metà, 6mila, per Roberto Garbi, 13mila Mario Mazzotti, ben 24mila Roberto Montanari, 17mila Rita Moriconi, 5mila Giuseppe Pagani, 7mila Anna Pariani, 15mila Roberto Piva, 12mila Luciano Vecchi. Nei mesi scorsi l'avviso di conclusione delle indagini è pervenuto a tutti i 41 consiglieri regionali indagati, compresi quelli degli altri gruppi, e il totale delle spese contestate supera i due milioni di euro. Richetti si è difeso spiegando che «per casi assolutamente identici è stata chiesta l'archiviazione», negando l'esistenza di spese anomale e aggiungendo che le sue sono state «tutte regolarmente autorizzate e rendicontate». Nel febbraio del 2011, da sindaco di Firenze, Renzi disse: «C'e un gruppo di ragazzi che sta cercando di far vedere un Pd diverso da quello che si vede in scena, e tra questi c'è Matteo Richetti», che l'attuale premier definì «un vero rottamatore».

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