Lui, l’altra e la moglie sparita nel nulla
La trama è di quelle che sarebbero piaciute al mago del brivido Alfred Hitchcock: protagonisti un marito ricco e infedele, una moglie attraente e mite, un’amante (di lui) dal granitico piglio caratteriale. Storia comune, si dirà. E invece no, perché nel triangolo amoroso che dà impulso a questa vicenda, la variabile "noir" increspa la banalità dell’esordio narrativo. Succede che in una sera gelida di gennaio, la moglie bella e infelice di Antonio Logli, 48 anni, figlio di un abbiente imprenditore, svanisce nel nulla. Di Roberta Ragusa, 44 anni, madre di due figli all’epoca di undici e quindici anni, a tutt’oggi non v’è traccia. Il tre dicembre scorso il sostituto procuratore Aldo Mantovani e il capo dell’Ufficio Giudiziario Ugo Adinoldi hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio per Antonio Logli: le accuse sono di omicidio volontario e distruzione di cadavere. L’udienza preliminare si svolgerà presumibilmente tra la primavera e l’estate del 2015. Un processo dagli esiti incerti, nonostante l’esistenza di indizi pesantissimi a carico di Logli. Il fatto è che il cadavere di Roberta Ragusa non è mai stato trovato, tracce della sua (probabile) morte violenta non sono state rilevate nelle auto né nei luoghi frequentati dall’indagato. LA SERA DELLA SCOMPARSA Gello, provincia di Pisa. Roberta Ragusa indossa un pigiama rosa, la sera del 13 gennaio 2012. È sola in casa, ha messo a letto i due figli, sta complilando la lista della spesa, seduta in cucina. Da anni il suo matrimonio con Antonio Logli vive una crisi senza fondo: lei sospetta che il marito abbia un’altra ma, riflettendo su chi possa essere la sua amante, esclude Sara Calzolaio, 29 anni, testimone di Geova, segretaria nell’autoscuola della famiglia, "La Futura": Sara è anche la baby sitter dei figli di Roberta. Capita che vada in vacanza con loro. Una presenza sollecita, tanto che Roberta dirà ad un’amica: «Avevo pensato fosse lei, ma credo di poterci scommettere la testa che non sia l’amante di Antonio». Una nebbia persistente è scesa su Gello. Antonio Logli dirà di essere sceso in autoscuola per "rassettare", di essere tornato a casa e di essersi addormentato a mezzanotte, mentre la moglie finiva di compilare la lista della spesa. Dirà ancora di essersi svegliato alle 6 e 45 la mattina seguente e di non averla trovata nel letto, quella moglie con la quale, assicura, divideva un menage felice. Logli ipotizza che lei avuto un’amnesia e sia da qualche parte, confusa. Le indagini volgono direttamente verso l’ipotesi di una fuga.Eppure dalla casa bianca di via Dini, un edificio squadrato, persino poco appariscente che ospita anche gli appartamenti dei genitori di lui e di suo fratello e che oppone alla sua modestia una piscina spettacolare, non mancano gli effetti personali di Roberta. Se pure sia fuggita, non ha portato niente con sé. Strano. MATRIMONIO AFFOLLATO Alle telecamere di "Chi l’ha Visto", Antonio Logli, all’indomani della scomparsa della moglie, dice di non avere relazioni extraconiugali. Certo non racconta di aver chiamato, quella mattina intorno alle sette, l’amante Sara Calzolaio e di averle chiesto di distruggere il cellulare personale che usa per parlare con lui. Logli e la Calzolaio si frequentano da sette anni. Due mesi prima lei gli ha intimato di decidere: vuole che si separi. Vuole avere un figlio da lui, le dà fastidio solo pensare che lui possa stare accanto alla moglie. Si lasciano, ma dura poco. Due giorni prima della scomparsa di Roberta fanno pace. Non possono vivere l’uno senza l’altro. Le mail raccolte dagli investigatori parlano di un legame appassionato. Ma perché Antonio Logli non si decide a lasciare la moglie, se l’altra è diventata la sua "droga"? Tenterà di spiegarlo una prostituta che lui contatta tramite Internet e che avrà incontri con Logli tra giugno e settembre 2011: «Mi disse - sostiene la donna - che alla moglie era intestata gran parte delle attività di famiglia e che un divorzio avrebbe comportato notevoli difficoltà economiche». Nonostante l’indagine sia appena iniziata, Sara va a vivere con l’amante (ma perché Logli è così certo che la moglie non tornerà?), proponendosi ai due figli di Roberta come una seconda mamma. Ma anche in questa veste, i problemi non mancano: i figli non accettano la sua nuova veste. E lei comincia a lamentarsi con Antonio come faceva Roberta: «Sei lontano, sei distratto, a me spetta il compito di badare a tutto». Succede spesso, quando dalla condizione di amanti si passa a quella di conviventi. INCASTRATO DAI TESTIMONI I sospetti, dopo battute e ricerche effettuate con l’ausilio dei cani molecolari, si concentrano su Antonio Logli. Nonostante le ricerche di sangue e tracce biologiche nelle auto e nel complesso abitativo in cui vive non diano alcun esito, i tabulati telefonici lo sbugiardano. Non è vero che a mezzanotte dormiva: a mezzanotte era in soffitta e parlava al telefono con Sara. E se Roberta, ipotizzando una chiamata fra amanti, l’avesse sorpreso ed avesse capito di chi si trattasse, chi fosse la sua rivale? È un giostraio, Loris Gozi, a dare impuso alle indagini: riferisce di aver attraversato via Gigli tra mezzanotte e mezzo e l’una, e di aver notato Logli al volante di un’auto. Lo conosce perché è da lui che ha rinnovato la patente. Gozi sta tornando a casa con la moglie. Poco dopo esce di nuovo da casa per portare il cane fuori e di nuovo, incrocia Logli, al volante di una C3, stessa auto di Roberta: sta litigando furiosamente con una donna, lei vuole andarsene, lui con uno strattone la fa entrare in auto. Gozi sente distintamente un colpo secco, come se la donna in questione abbia battuto la testa contro l’auto. Un’altra abitante di via Gigli, che era uscita per andare in farmacia, riferirà la stessa scena, con qualche piccolo distinguo. Gozi ricorda anche che il giorno seguente Logli si presenta a casa sua (e solo da lui) per chiedere se abbia visto la moglie. Tornerà anche nel pomeriggio. Il marito di Roberta naturalmente, nega tutto. Ma Loris Gozi è attendibile? Per la Procura, che ha trovato in Ugo Adinolfi un investigatore astuto e competente, non vi sono dubbi: riscontri più che capillari dicono che sì, la testimonianza di Gozi e della casalinga sono attendibili.