«Mi hanno rotto lo zigomo col tirapugni per 5 euro»
È tornato ieri mattina all’ospedale San Camillo dove il 6 novembre, una settimana fa, gli hanno ricostruito lo zigomo destro spappolato da un colpo sferrato con un tirapugni di ferro, tramortito sotto casa al Quarticciolo, il quartiere limitrofo a via Morandi, per una rapina da pochi spiccioli, solo 5 euro. «È il terzo ospedale che ho conosciuto nel giro di pochi giorni» dice Remo Ciano, il meccanico disoccupato di 58 anni, che tutti, compresa la moglie Valentina, casalinga, chiamano Claudio. Signor Claudio, come si sente? «Come un fesso, ho perso pure tre denti nell’aggressione la notte di Halloween, il 31 ottobre scorso, mi sono ritrovato con le ossa della faccia rotte e ho conosciuto ben tre ospedale: il Pertini, dove sono stato subito ricoverato, poi Tor Vergata, e infine il San Camillo dove sono stato operato dall’ottima equipe del reparto maxillo facciale diretto dal Carlo Macro». Lei è stato colpito davanti ai bidoni dell’immondizia? «Sono sceso di casa verso le otto e mezzo di sera per andare a buttare la spazzatura a via Palmiro Togliatti, perché è lì che sono i bidoni. Io però abito a via Cerignola e sono stato colpito davanti al portone di casa mentre rincasavo». Pensa di essere stato seguito? «Non saprei, fatto sta che mi accingevo a citofonare quando ho ricevuto un colpo fortissimo da dietro che mi ha spappolato lo zigomo destro». Chi l’ha colpita? «Non saprei perché, ripeto, mi hanno aggredito da dietro, e sono svenuto e mi hanno trascinato perché mi sono risvegliato lontano dal portone. Mi hanno rivoltato come un pedalino, portandomi via 5 euro dal portafogli e due catenine d’oro che avevo al collo. Una con il Crocifisso apparteneva alla mia cara mamma Marina, che purtroppo non c’è più, l’altra con il gruppo sanguigno me l’aveva regalata mia moglie». Chi pensa possa essere stato? «Non so, ma sono l’ultima vittima depredate di pochi averi con il sistema del tirapugni. Un colpo secco, ti tramortiscono e via. Hanno picchiato anche un anziano alle due del pomeriggio, che stava seduto su una panchina, in pieno giorno». La gente punta il dito contro degrado, immigrazione e campi rom fuori controllo. E lei? «Non siamo razzisti, ma dico che non se ne può davvero più».