Giuseppe Scopelliti: «Io non faccio ricorso ai giudici. Le istituzioni vanno legittimate»

«De Magistris è riuscito in ciò in cui molti altri hanno fallito». È caustico il giudizio di Giuseppe Scopelliti, ex governatore della Calabria, sulla sentenza del Tar della Campania che ha sospeso il provvedimento del prefetto di Napoli sulla sospensione del sindaco condannato per abuso d’ufficio e ha rinviato gli atti alla Corte costituzionale adombrando profili di incostituzionalità sulla retroattività della legge Severino. Scopelliti, cosa pensa del pronunciamento del Tar? «Anche altri amministratori avevano fatto ricorso, con esito negativo: sempre bocciato. De Magistris invece è stato in grado di ottenere un risultato come questo, mentre altri invece hanno fallito». I giudici amministrativi potrebbero rimettere in gioco anche la sua posizione. «No, no, no. Io mi sono dimesso per una questione di principio e lo rifarei perché sono un uomo di destra. Io ho subito un’ingiustizia e da uomo delle istituzioni mi sono sentito in dovere di dimettermi. Ho compiuto questa scelta per effetto della sentenza, non della Severino: lo avrei fatto anche se quella legge non fosse mai esistita. In una terra come la Calabria le istituzioni vanno legittimate. Io sono stato delegittimato, ma non per questo ho delegittimato le istituzioni». Che pensa del caso De Magistris? «Che siamo in un Paese allo sbando, dove è possibile tutto e il contrario di tutto, dove ciò che vale per alcuni non vale necessariamente per altri... La politica rimane sottomessa agli altri poteri». Capito. Torniamo alla legge Severino. Lei si sarebbe dimesso in ogni caso, ma come giudica il testo? «Questa legge è fatta dal Parlamento, ma non tocca i parlamentari». C’è un’eccezione: Silvio Berlusconi. Il Cav chiese un pronunciamento sulla retroattività della Severino e gli fu negato. Oggi il Tar dà invece ragione a De Magistris... «Ripeto: De Magistris è stato in grado di ottenere qualcosa che ad altri è stato negato. Ma tolto il caso di Berlusconi, la legge ha colpito solo amministratori locali. Bisognerebbe dichiarare interdetto chi ha votato una legge del genere. Quel testo è un risultato nefasto del peggior governo della storia repubblicana, guidato da un marziano come Mario Monti e con all’interno un ministro come la Cancellieri, che ha sciolto per mafia, sulla scorta di elementi fumosi e molto discutibili, un Comune capoluogo di provincia come Reggio Calabria: non era mai accaduto prima. Quando i tecnici, i burocrati e i lobbisti sono al governo succede quel che è successo: la delegittimazione della politica». Non pensa che per uscire dall’impasse il centrosinistra debba chiedere ai propri consiglieri comunali di Napoli di dimettersi in massa insieme a quelli dell’opposizione, così da far cadere De Magistris e portare il Comune al voto in primavera insieme alle regionali? Non crede sia l’unico modo per uscirne degnamente? «Mandare a casa De Magistris? Sì, forse si potrebbe. Però sono valutazioni territoriali, bisogna vedere come ha governato. Adesso, dopo il pronunciamento del Tar, però diventa difficile. Non l’hanno fatto prima, perché dovrebbero farlo oggi?». La posizione di Renato Schifani è stata archiviata. Dopo quasi dieci anni si è accertato che non c’è stato alcun concorso esterno in associazione mafiosa. «Renato è un amico, l’ho chiamato e gli ho fatto i complimenti. Lo stimo molto. Mentre lavoravamo alla fondazione di Ncd mi ha raccontato tante vicende personali». Ha detto che nessuna archiviazione o assoluzione riuscirà a risarcirlo per quel che ha passato. «Ha ragione, lo capisco. Non c’è risarcimento possibile. Sono sconcertato per quanto mi è accaduto: a 47 anni mi hanno distrutto l’esistenza, una vita fatta di impegno, militanza e passione dedicata alla politica e alla gente. È comprensibile ciò che prova Renato. Dobbiamo andare avanti, la mia forza nasce dai valori e dal coraggio delle idee». Idee di destra. «Certo. Molti parlamentari Ncd calabresi barcollano cercando un accordo con il centrosinistra per puro opportunismo, perché pensano che a sinistra possono trovare forme di tutela che il centrodestra non può garantire». Lei invece da Ncd è uscito. «Io guardo oltre i partiti. A Reggio Calabria la lista civica Reggio Futura è il primo partito di centrodestra, abbiamo stracciato FI e quadruplicato i consensi di Ncd. Bisogna ricostruire il centrodestra ripartendo dal territorio e dagli amministratori locali per creare una politica vicina alla gente». Rifondare il centrodestra con chi? «Con Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e chi si riconosce nel centrodestra. Sono stato in Ncd: Nuovo Centrodestra. Ma la "d" ora sta per democratico, Nuovo Centro Democratico. Dovevamo essere bipolaristi e di centrodestra, è diventato un partito terzopolista. Io in Calabria mi sono portato via la "d" di destra, non riconoscendomi in quelle scelte. Tra poco in Ncd non ci sarà più nessuno. In Calabria né il Pd né FI hanno voluto fare un accordo con la vecchia politica incarnata dai fratelli Gentile».