Salvatore, papà democristiano
Il genitore di Raffaele morì in un incidente stradale nell'88
Per chi lo ha conosciuto (e in Puglia sono la maggioranza) Salvatore Fitto ha fatto un solo torto ai suoi elettori: quello di essersene andato troppo presto. Il padre di Raffaele, Salvatore Fitto è stato un politico importante nella sua regione. Tornato improvvisamente alla ribalta per lo scontro per la frase del Cav a Raffaele Fitto: «Tu pensi di fare qui quello che si faceva nella peggiore Dc, tu sei figlio di un vecchio democristiano...». E Salvatore Fitto democristiano lo era senza alcun dubbio e lo restò per tutta la vita, non lunga. Infatti scomparve, non ancora cinquantenne, in seguito ad un incidente stradale. Ma non fu un incidente qualunque: quel 29 agosto 1988 Salvatore stava tornando a casa da Taranto dove, nonostante non si sentisse bene, aveva voluto assistere alla commemorazione del parlamentare Nicola Monfredi, scomparso tre anni prima anche lui in un incidente stradale, e figlio di Angelo Monfredi, che era stato consigliere regionale democristiano e più volte assessore all'Agricoltura. Salvatore Fitto, allora, aveva solo 47 anni ed era in uno dei momenti più felici, della sua carriera politica, segnata da una notevole capacità di sintesi e di conciliazione tra parti parti apparentemente inconciliabili. In Puglia fece tutto quello che un politico può fare: militante, sindaco e poi presidente della Regione dal 1985 al 1988, anno della sua morte. Scomparve il giorno dopo il diciannovesimo compleanno di suo figlio Raffaele. Il padre di Salvatore, Felice, era un imprenditore del settore delle olive e dell'olio (il celebre olio pugliese), originario di Maglie. Era il primogenito di tre figli maschi. La sua vita, dalla piccola Maglie, si spostò presto, prestissimo a Bari, dove si laureò e visse le prime esperienze in politica, entrando a far parte della Fuci, la Federazione Universitaria Cattolica. La vocazione fu sempre cattolica e dopo aver militato nelle file dell'organizzazione dei giovani democristiani, finì, naturalmente, nella Democrazia Cristiana, stringendo un solido legame con il senatore della Dc Giorgio De Giuseppe, una delle personalità politiche più influenti di Maglie e dell'intera provincia di Lecce in quegli anni. Nel 1967, a soli 26 anni, divenne il più giovane sindaco nella storia della sua città, Maglie. Fu sindaco fino alla metà degli anni settanta, fino a quando venne eletto in Consiglio Regionale. Tanti gli incarichi ricoperti all'interno delle giunte: come assessore al Turismo e al Bilancio e, dopo le elezioni regionali del 12 maggio 1985 in cui venne rieletto con il più alto numero di suffragi, come presidente. Salvatore Fitto ancora oggi, a tanti anni dalla sua scomparsa, è ricordato per la sua capacità di mediare e conciliare. Riusciva nel difficile compito di raggiungere un accordo tra le diverse correnti della Democrazia Cristiana pugliese, che, negli anni Ottanta, soffriva della ferita provocata dalla morte di Aldo Moro e la fine in Puglia dell'influenza politica del grande statista. A Maglie, dal 2011, una strada ricorda il giovane sindaco prematuramente scomparso. Ed è indubbio e da lui stesso in diverse occasioni dichiarato, che Raffaele Fitto si decise a dedicarsi alla politica anche sull'onda emotiva della scomparsa del padre. Decidendo di seguire le orme del genitore e, sempre schierato contro la sinistra, finendo, alla fine, per piacere a Silvio Berlusconi che (per un periodo di tempo) lo individuò come il perfetto giovane forzista. Dopo lo scontro il Cav ha cercato di scusarsi chiarendo che non aveva intenzione di offendere «o mancare di rispetto».
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