STRAGE DI MOTTA VISCONTI

La collega di Lissi: "Si diceva pazzo di me"

Ancora due donne vittime di violenza da parte di mariti e compagni, una uccisa a calci e pugni, un’altra finita a picconate. Nel Siracusano, a Canicattini Bagni, dove un 41enne romeno ha confessato di aver ucciso a colpi di piccone la moglie di 36 anni nella loro casa, al culmine di una lite per gelosia. E a Pietra Ligure, nel savonese, dove un 41enne ha ucciso a calci a pugni la convivente, nella notte tra domenica e lunedì scorsi, e poi, fermato dai carabinieri, ha fatto stanotte le prime ammissioni. Altre due tragedie simili, consumate tra le mura domestiche, a pochissimi giorni dalla terribile strage di Motta Visconti (Milano), dove nella notte tra sabato e domenica scorsa, Carlo Lissi ha ucciso la moglie Cristina Omes e i loro due figli piccoli, confessando tutto nel corso di un lungo interrogatorio. Movente, secondo gli inquirenti, la passione non corrisposta per una collega diventata, suo malgrado protagonista di un orrore. Una corte insistente, fastidiosa. «Ma lo giuro, non è mai accaduto nulla, non gli ho mai dato un filo di speranza» continua a ripetere la collega 24enne di cui si era invaghito Lissi, informatico di 31 anni presso la Wolker Kluver Italia a Milano Fiori. La ragazza lo ha ripetuto più volte agli inquirenti e questi a loro volta lo hanno scandito perché non vi sia margine di dubbio: «Tra Lissi e la sua collega non c’è mai stata alcuna relazione sentimentale». «Tutto è iniziato con qualche complimento - ha raccontato la ragazza - quando ci si incrociava in corridoio o in qualche momento di pausa. Ma negli ultimi due mesi - prosegue il racconto - il suo atteggiamento si era fatto più insistente, più esplicito: si è passati agli inviti a cena, alle dichiarazioni d’amore, ai paroloni: diceva di essere pazzo di me, io rispondevo che non ci pensavo nemmeno a iniziare una storia. Ma lui non si dava pace». La storia ha gettato nello sgomento tutta Italia. Eppure non mancano gli sciacalli. Su Facebook c’è persino un video fasullo che rimanda a un sito pubblicitario. Una foto in bianco e nero, poco chiara, corredata da una didascalia che recita: Questo è «il video di una camera di sorveglianza, che cattura il momento in cui Carlo Lissi uccide la moglie e i figli Giulia e Gabriele». L’immagine contiene un link, che dovrebbe portare alla pagine web del filmato. E invece, una volta cliccato, fa apparire sul monitor tanti annunci pubblicitari. La foto è inserita in un post, pubblicato 20 ore fa su una finta pagina facebook attribuita a Carlo Lissi, l’uomo che ha confessato di aver ucciso nella sua villa di Mottavisconti (Milano) la moglie e i figli sabato notte, prima di andare a vedere con gli amici la partita dell'Italia. Il sito a cui riconduce il link raccoglie diversi annunci pubblicitari, sopratutto sul gioco d’azzardo e le scommesse online. Il post apparso sulla bacheca fasulla di Lissi ha avuto condivisioni e diversi commenti. Il finto video ha suscitato indignazione. Soprattutto alla luce di particolari raccapriccianti della strage che ha avuto per vittime anche due bimbi piccolissimi, Giulia, la primogenita della coppia, 5 anni e mezzo, che dormiva nella cameretta al primo piano della villa dove la famiglia era andata a vivere dopo la morte del padre di lei, che l’aveva costruita con i risparmi di una vita. E Gabriele, 20 mesi, sgozzato mentre dormiva tranquillo nel lettone dei genitori. Oggi l’autopsia sui corpi di Cristina Omes e dei suoi bambini. Lo stesso giorno interrogatorio di convalida per Carlo Lissi, il marito della donna che ha confessato di aver ucciso tutti i suoi familiari. Le indagini sono concluse. Ma ogni dettaglio raccontato dall’uomo, va verificato. Per questo nella villa sono stati chiamati i Ris di Parma che analizzeranno ogni dettaglio della scena del crimine. È stata inoltrata, dal pm Giovanni Benelli, il magistrato che coordina le indagini sul triplice omicidio, la richiesta di convalida dell’arresto per Lissi. Sempre oggi potrebbe già tenersi l'interrogatorio di convalida da parte del gip Annamaria Oddone. Gli inquirenti stanno cercando di velocizzare al massimo le procedure, in modo da poter affidare le salme alla famiglia il prima possibile e poter fissare così i funerali, che a questo punto potrebbero tenersi prima della fine della settimana.