Grasso si difende, bagarre al Senato. FI lascia l'aula
Forza Italia furiosa per la decisione di costituire il Senato parte civile nel processo sulla compravendita dei senatori a carico di Berlusconi
Bagarre in aula al Senato, con questa volta i parlamentari Fi a inveire nei confronti del presidente Senato Pietro Grasso, lasciando l'aula insieme ai senatori Gal (Grandi autonomie e libertà" al grido di "vergogna, vergogna". Per protestare contro la fiera autodifesa da parte di Grasso in aula della decisione di far costituire palazzo Madama parte civile nel processo a Napoli contro Silvio Berlusconi e altri per la compravendita di senatori. Sono andato all'ufficio di presidenza - è stata l'autodifesa di Grasso in aula - aperto a ogni soluzione, per questo avevo ritenuto sentire i pareri di chi ne fa parte. Ma la decisione ho sempre pensato e ritengo che doveva essere solo mia. Ne è vero che ci sia stata in quell'organo una votazione: non so come siano usciti quei numeri: si è contato il ragionamento di ciascuno? In ogni caso io ho deciso da solo, in assoluta autonomia nonostante e non sentendo nessuno, a differenza da quanto da taluno si insinua. E' ho deciso sulla base di una convinzione: il dovere del Senato di esserci in un processo che lo vede parte gravemente lesa. E' senza precedenti la gravità di senatori soggetti di compravendita. Mi è sembrato assolutamente normale e doveroso che anche il Senato parte lesa dovesse far valere le sue ragioni. E lasciamo pure da parte la categoria della morale, anche di un pò di idealismo ne avremmo forse bisogno...". La protesta di FI. Forza Italia è insorta quando il presidente del Senato Piero Grasso ha affermato "nel processo ci sono senatori.. fortunatamente ex senatori". "Fatemi continuare - ha precisato tra le urla e le proteste- mi riferisco al senatore De Gregorio". Uscendo dall'Aula il senatore Galimberti ha urlato: "Vergogna, vergogna". "Se non c'è un precedente di costituzione di parte civile del Senato, forse è perché non c'era mai stato prima un processo del genere", ha ribadito il presidente del Senato. "Sono rimasto impressionato dal fatto che siano indicate le date delle sedute in cui si sarebbero commessi i fatti". "Non volevo offendere nessuno, ha quindi ribadito, spiegando che la sua decisione «non voleva assolutamente essere qualcosa che voleva mettere in risalto l'immoralità di chi non era d'accordo". Casini contro Grasso. Anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, da poco riavvicinatosi al centro destra, si unisce al fronte contro il presidente della Camera. "Da ex presidente della Camera dico che si tratta di una decisione strana. È una decisione insindacabile ma non indiscutibile. È grave spaccare il Senato o l'organo di presidenza su un giudizio di carattere morale espresso dal Presidente".