Tajani: "Lo Stato non paga le imprese. Dall’Europa multa salata"
«Abbiamo concesso il tempo necessario alle amministrazioni pubbliche italiane per portare i tempi di pagamento a rispettare i termini concessi dalla direttiva europea. Il risultato non soddisfa Bruxelles. E già nelle prime settimane del 2014 apriremo una procedura d’infrazione contro lo Stato che continua a saldare i debiti commerciali ben oltre i 30 giorni ammessi». Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue e Commissario europeo per l’Industria e l’Imprenditoria annuncia in un colloquio con Il Tempo la mano dura di Bruxelles contro l’Italia. Se lo Stato paga i suoi creditori rischia di fare altro debito e di sforare il limite del 3%. Come la mettiamo? Le regole si rispettano. Punto e basta. Se lo Stato fa debiti li deve pagare nei termini imposti dalla legge. Nonostante il tempo concesso per consentire agli enti pubblici di far scendere i tempi di liquidazione delle fatture dai 180 giorni di media verso i 30 giorni, i progressi sono stati minimi. Si è arrivati a 150-160 giorni. Troppo al di fuori di quello che avviene in altri Paesi europei. In questo senso anche la Spagna che partiva da valori simili ai nostri ci ha battuto. Poi la storia del 3% da non superare non è esatta. Tutti i debiti devono essere pagati prima del 2015 quando entrerà in vigore il Fiscal Compact. L’80% di questi pagamenti non vengono conteggiati nel debito. Dunque le amministrazioni non hanno scuse. Ma dov’è allora l’intoppo? La burocrazia italiana non fa il suo dovere. Anche per mantenere il suo potere. Rallentando i tempi di pagamento conserva il suo potere di interdizione. Non va più bene. Se un cittadino non paga un debito dello Stato si muove Equitalia con modi decisi. Io vorrei che lo stesso trattamento che subiscono i contribuenti sia applicato anche agli enti dello Stato. Equitalia deve applicare le stesse sanzioni e le stesse procedure a quei pezzi dello Stato che non onorano i debiti contratti con i privati. Ma se le risorse non ci sono dove si trovano? Lo Stato cominci a tagliare gli sprechi. Dimezzi i parlamentari, riduca gli sprechi nella sanità. E destini i risparmi alle imprese. Non sembra che si stia andando in quella direzione. Almeno finora. Trovo scandaloso che si sia cercato di aumentare il numero dei commissari della Consob. Con i soldi che dovevano essere stanziati per questo ennesimo spreco si possono salvare 3 o 4 aziende. Le risposte che la politica deve dare ai cittadini sono queste. Altrimenti la deriva populista è certa. A proposito nel nuovo Parlamento europeo eletto a maggio il partito degli euroscettici può arrivare al 25%. Avverte qualcosa a Bruxelles? Si sta prendendo coscienza che l’Unione Europea ha esaurito la prima missione che aveva. Sono oltre 75 anni che i popoli europei non si fanno la guerra tra loro. Un fatto mai accaduto nella storia. Oggi però le sfide sono diverse. Le risposte da dare sono nel campo economico. La gente è ancora dominata da una sensazione di incertezza. Ha paura. Attende indicazioni. La politica europea deve cominciare a darle. Ultimamente ho incontrato gli operai di un’azienda delle Asturie che rischiavano la perdita del posto. Abbiamo lavorato per scongiurare la chiusura del sito industriale. Abbiamo dato risposte concrete. Una cosa apprezzata. Così deve lavorare l’Europa. Dove possiamo diventare competitivi e batterci con i competitor mondiali? Innanzitutto nel turismo. Dobbiamo agevolare l’arrivo di flussi di turisti soprattutto dai paesi a più alta crescita. Si parte anche da procedure più snelle per gli ingressi nei paesi europei. Abbiamo presentato intanto una proposta per cambiare le regole di concessione dei visto dei cittadini che arrivano da Perù, Colombia e Arabia Saudita. Altri settori? Satelliti e aerospazio. A questo proposito siamo riusciti a fissare al 4 aprile prossimo il lancio del Sentinel 1-A. Sarà utile per monitorare i cambiamenti climatici del Mediterraneo e per scopi di osservazione dei flussi migratori. Poi continueranno i lanci del sistema Galileo che si contrappone al Gps americano. I primi due saranno messi in orbita a giugno, poi a settembre e dicembre. Comunque entro il 2014 il sistema sarà operativo e fornirà i primi servizi commerciali nel settore dei trasporti, nell’agricoltura, nella pesca e nel campo della salute. Non deve, infine, mancare uno sforzo comune nella difesa. Basterebbe, e su questo stiamo lavorando, la standardizzazione dei sistemi operativi per risparmiare risorse. Passiamo alla politica. Al vertice del Ppe mancava Berlusconi. Si è parlato della sua assenza? No. Abbiamo affrontato i temi all’ordine del giorno. Si è parlato della giustizia. Nessuna polemica.