Berlusconi a Bruxelles, i pm dicono no
I pm dell'ufficio esecuzione di Milano hanno respinto la richiesta avanzata dai legali di Silvio Berlusconi di poter partecipare al vertice Ppe che si terrà domani a Bruxelles. Di fronte alla richiesta di nulla osta temporaneo dopo il ritiro del passaporto per l'ex premier, in seguito alla condanna definitiva a 4 anni per frode fiscale, i magistrati hanno risposto con un no definitivo: la legge numero 1185 del 1967 «non consente alcun tipo di eccezione». Neppure il richiamo della difesa del Cavaliere, secondo la quale la creazione dell'area Schengen, dove si intende libera la circolazione delle persone, ha sostanzialmente allentato le restrizioni precedentemente previste per i condannati dalla legislazioni nazionali, lascia margini ai legali: «Schengen prevede l'abolizione dei controlli alle frontiere, ma non prevede la possibilità di muoversi senza documenti validi per l'espatrio», fanno sapere fonti della Procura. A questo punto ai legali di Berlusconi non resta che tentare un incidente di esecuzione ma i tempi non sarebbe così stretti: Berlusconi è destinato a saltare l'appuntamento di domani su invito del presidente Joseph Daul. CSM ALL'ATTACCO Il Consiglio superiore della magistratura interviene a tutela dell'intera magistratura per gli attacchi da parte del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e per la complessiva campagna mediatica seguita alla sentenza della Cassazione nel processo sui diritti tv. Il plenum del Csm ha approvato, con 22 voti a favore e i voti contrari di 4 laici di centrodestra la proposta della prima commissione di apertura di una pratica a tutela. Nella delibera approvata il Csm denuncia "denigrazioni" che "compromettono il prestigio della magistratura e la credibilità delle sue funzioni, mettendo a repentaglio i principi sui quali si fonda la convivenza democratica" e una "delegittimazione della funzione giudiziaria".