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Renzi sfida Grillo su rimborsi e legge elettorale

Matteo Renzi

Il sindaco nominato ufficialmente segretario del Pd va all'attacco del comico: «Firma per fare le riforme, se non lo fai sei un buffone»

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Altro che Silvio Berlusconi, altro che Angelino Alfano, il vero avversario di Matteo Renzi è Beppe Grillo. E il sindaco di Firenze lo fa chiaramente capire nel suo primo discorso ufficiale da segretario del Pd. La nomina avviene, come prevede lo statuto, nell'Assemblea nazionale convocata a Milano. Matteo sale sul palco e assiucra subito: «Con Letta avrò relazioni corrette, uccideremo i retroscenisti». Con queste parole Matteo Renzi, proclamato ufficialmente segretario del Pd ha iniziato il suo discorso di insediamento. «Se noi siamo un partito politico è perchè abbiamo a cuore l'idea di un'Italia capace di innamorarsi e di fare innamorare». Renzi ha aggiunto ''non siamo quindi semplicemente a ragionare di noi ma cosa fare perchè l'Italia cambi con l'orgoglio del suo passato ma guardando verso il futuro». La sfida alle primarie è «stata leale» e l'offerta della presidenza del Pd a Gianni Cuperlo «è tutto tranne il tentativo di do ut des, ma è il tentativo di un partito che non solo ha indicato la strada» ma in cui «insieme si è più forti», ha spiegato Renzi. «Restiamo ribelli» e cambiamo l'Italia, ha sottolineato il neo segretario Pd, che è entrato in scena proprio sulle note de "La tua canzone" dei Negrita citandone un verso: "Resta ribelle, non ti buttare via". «Ciascuno di noi ha il suo pantheon di ribelli», ha spiegato. Poi ha aggiunto: «Si è ribelli se ciascuno di noi prova a cambiare la quotidianità: dobbiamo essere capaci di cambiare nel nostro piccolo l'Italia». Non si tratta di «fare la pacificazione fra noi e Berlusconi ma si tratta di fare la pace con gli italiani, di fare la pace fra i politici e gli italiani». «La rottamazione si è imposta come il bisogno di chi crede nella politica di un netto stacco rispetto al passato. O si volta pagina o il passato è confinato in un museo. Ha senso difendere la nostra storia solo se capaci di scrivere una pagina nuova. Casa nostra è sulla frontiera non al museo delle cere. Se alle prossime europee si va con risultati di governo balbettanti la responsabilità non ce l'avranno né Grillo né Berlusconi, la responsabilità cadrà tutta in toto in testa al Pd». Ha detto il segreatrio del Pd annunciando «una agenda per il prossimo anno» di governo e «una visione per i prossimi 15 anni in Italia». La sfida, però, è soprattutto a Grillo: «In modo provocatorio Grillo dice rinuncia ai 40 milioni di rimborsi. Lo dico io `Beppe firma qua': caro Grillo hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme. Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e su legge elettorale. Ci stai a giocare in modo pulito e trasparente senza accordi senza patti? Se sei disponibile, il Pd è davanti a te e non dietro. Se ci stai, si fa. Se noi ci stai, sei per l'ennesima volta un chiacchierone e l'espressione buffone vale per te». LA REPLICA DI GRILLO Non si fa attendere la risposta del leader del M5S che attraverso il blog contrattacca: «Renzi aveva annunciato una sorpresina. È stata invece solo una scoreggina. I rimborsi elettorali vanno restituiti agli italiani, non a Grillo. Sono soldi che i partiti hanno incassato aggirando un referendum e che la stessa Corte dei Conti ha denunciato come non dovuti. Caccia la grana, Renzi e, e cacciala tutta». Quindi, su Twitter, aggiunge: «Si sciolga il Parlamento e al voto con il Mattarellum. Sarà il prossimo Parlamento a fare la nuova legge elettorale». LETTA: DALL'UNITA' DEL PD DIPENDE IL FUTURO DELL'ITALIA «Oggi, Matteo, dopo 8 mesi in cui, sulla mancata elezione del presidente della Repubblica abbiamo rischiato la fine del Pd, siamo qui, e il nostro partito è il baricentro, il pilastro della democrazia. Vorrei fosse chiaro a noi stessi». «Venendo qui stamattina - ha detto Letta - mi è venuta in mente l'immagine più dura della nostra storia recente: il 18-19 aprile quando in una sala buia e trista non abbiamo trovato la soluzione per far uscire il Parlamento dall'empasse sulla presidenza della Repubblica. Mi ha ricordato il film "Habemus Papam" quando davanti alla rinuncia tutti si perdono». «Dalla forza e dalla centralità e dalla resilienza del Pd saremo in grado di ricostruire la democrazia italiana che è duramente attaccata e in forte difficoltà», facendo cose concrete «a partire dalle riforme istituzionali e dalla legge elettorale». «Sono convinto che l'Italia ce la farà se il Pd ce la farà. E soprattutto, uniti non ci batte nessuno», ha detto Letta durante il suo intervento. Poi sul movimento dei Forconi: «Rispetto a tutti quelli che stanno lisciando il pelo a chi protesta in questi giorni, vorrei ricordare» che a capo c'è «gente che sta da altra parte rispetto a tutti i valori che cerchiamo di rendere forti qui in Italia».   EPIFANI: "QUESTA UNITA' CI SERVE OGGI Un accorato appello all'unità è stata al centro dell'intervento del segretario uscente del Pd, Guglielmo Epifani, all'assemblea nazionale in corso a Milano. "Troppe volte in passato ci siamo illusi e poi ci siamo risvegliati con quel che non immaginavamo", ha affermato. "Questa unità ci serve oggi, perché le prove che ci aspettano saranno difficili", ha proseguito. Guglielmo Epifani poi si scaglia contro Beppe Grillo leader del Movimento 5 Stelle. In un passaggio del suo discorso cita il comico genovese «che fa la lista di proscrizione dei parlamentari non legittimati quando fino a poche settimane fa voleva andare al voto col Porcellum». Il segretario uscente del Pd si scaglia anche contro le liste di proscrizione contro i giornalisti ed è sicuro che il Pd è in grado di farcela perchè è «una forza politica che non accetta questo degrado», il Pd «ha la forza di farcela».

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