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Letta: «Dichiaro guerra alla violenza contro le donne»

Assemblea 2013 di Federcasse

Il Presidente del Consiglio da Palazzo Chigi fa il punto sull'azione di governo nella repressione e prevenzione del femminicidio. Accando a lui il sottosegretario Maria Cecilia Guerra

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«Vogliamo dichiarare guerra alla violenza contro le donne. E in questo sforzo ci mettiamo una determinazione a tutto campo». Il presidente del consiglio Enrico Letta, in conferenza stampa a palazzo Chigi, fa il punto sull'azione di governo nella repressione e prevenzione del femminicidio. Accanto a lui, il sottosegretario Maria Cecilia Guerra, che per una volta occupa nella sala di palazzo Chigi il posto di Letta. Quando se ne accorge, Guerra fa per alzarsi. Ma Letta la ferma. «Oggi il presidente del consiglio sei tu. In una giornata come questa il mio ruolo è sussidiario», dice Letta ricordando la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il premier sottolinea l'importanza del decreto convertito in legge lo scorso 11 ottobre. «Ora, con la legge migliorata dal Parlamento, gli strumenti ci sono. Ma le leggi pur importanti, da sole non bastano». Fondamentale è la prevenzione, in particolare nei contesti formativi. Per questo, osserva il premier Enrico Letta a Palazzo Chigi, «è assolutamente necessario soprattutto per un Paese come il nostro che la legge sia applicata. La lotta contro questo drammamtico fenomeno è legata sostanzialmente alla capacità di alzare la voce. Se si alza la voce c'è la possibilità di farcela. Ed oggi è possibile farlo anche grazie alle nuove tecnologie. Noi vogliamo che sia così. Il governo c'è, e richiama a un'azione di prevenzione e di repressione che coinvolga tutti». Letta risponde «a tutti quelli che hanno ironizzato sul fatto che non c'era bisogno di una norma ad hoc contro il femminicidio». Proprio perchè la violenza sulle donne è figlia di comportamenti e retaggi culturali, spiega, «gli interventi previsti dalla legge sono importanti perchè superano questi ostacoli purtroppo ancora presenti nel paese. Non basta dire che la legge è uguale per tutti. Questi retaggi necessitano di atteggiamenti particolari. Ed è importante che a farlo siano prima di tutto gli uomini».

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