Berlusconi: «Contro di me un colpo di Stato»
L'ex Premier si racconta a «Prima di tutto» su Radio 1, in merito alla nota diffusa ieri dal Quirinale in cui si afferma che «non esistono le condizioni per concedere la grazia». Il Centrodestra non scende in piazza? «La decisione riguarda loro»
«Io non vedo come si possa chiamare in modo diverso da colpo di Stato, quello che sta succedento ad opera della sinistra in Parlamento, partendo da una sentenza politica, che io ho definito criminale, e che punta a sottrarre al centro-destra il leader capace di vincere le elezioni, spianando così la strada alla conquista definitiva del potere da parte della sinistra. Quindi io credo che la realtà valga su tutto, prevalga su qualunque opinione ed espressione». Così Silvio Berlusconi a «Prima di tutto» su Radio 1, in merito alla nota diffusa ieri dal Quirinale in cui si afferma che «non esistono le condizioni per concedere la grazia». Sulla decisione del «Nuovo centrodestra» di non scendere in piazza nella manifestazione del 27 novembre, Berlusconi aggiunge: «È una cosa che riguarda loro, hanno sempre dichiarato che avrebbero preso le mie difese come se fossero ancora dentro il nostro movimento politico, vedremo come si comporteranno e tutti potranno giudicare». «Questa sinistra- insiste Berlusconi- vuole chiudere l'operazione nei miei confronti, attraverso il suo braccio giudiziario. Ha cercato di farlo perché in questi 20 anni io ho sottratto molte volte il potere alla sinistra stessa. Adesso dopo che la sinistra era riuscita a farmi dimettere da capo del governo dpo le elezioni vinte con largo margine nel 2008. Nel 2011, grazie al passaggio alla sinistra prima di 35 deputati a causa di Fini poi di altri deputati stava per toglierci la maggioranza; quindi io fui pressato affinchè dessi le dimissioni senza avere un voto di sfiducia dal Parlamento. Mi si disse: per il bisogno generale serve un governo tecnico, ora questo fu solo l'epilogo di quello che mi si fece contro».