Quando la Chiesa benedì Graziani
Ad Affile nessun imbarazzo per la commemorazione del generale fascista Il sindaco: «Non vogliamo l'ex capitano Ss. Non siamo la Predappio laziale»
«Ad Affile non c'è posto per Priebke: noi non c'entriamo niente con il nazi-fascismo. Il nostro mausoleo lo abbiamo dedicato al generale Graziani solo perché è stato il soldato più illustre di Affile», dice il sindaco Ercole Viri. Dunque nessuna benedizione postuma per il nazista tra le colline della provincia romana, che pure solo 14 mesi fa aveva visto benedire il sacrario intitolato al ministro della Guerra di Mussolini. L'ostensorio era quello di don Ennio Innocenti, già autore del libro «Disputa sulla conversione del Duce». L'alto prelato, ex segretario della commissione ecumenica del Vicariato di Roma, attualmente è cappellano dell'Arciconfraternita di Santa Maria degli Angeli dei Cocchieri. Dal 1984 è membro del presbiterio della Patriarcale Basilica Vaticana e ha collaborato anche con la radio di Stato d'oltretevere. La sua presenza all'inaugurazione del sacrario fu rimarcata anche dalla comunità etiope in una manifestazione davanti al palazzo di vetro dell'Onu e in un appello inviato al Papa. Il mausoleo, poi contestato da Regione e Governo, ha fatto scattare anche la denuncia dell'associazione partigiani: «No alla trasformazione di Affile nella nuova Predappio laziale». Ma, anche se volesse, non potrebbe: è Filettino il borgo natio del generale, che ad Affile è però stato tumulato. La sua tomba il 24 aprile è stata imbrattata con la vernice rossa, terzo raid vandalico notturno (gli altri due avvenuti nel parco che ospita il sacrario, non nel cimitero). A giugno, dopo la conferenza di don Innocenti, al mausoleo del Parco Radimonte sono saliti altri due relatori famosi: Mario Merlino, ex leader di Avanguardia nazionale, e Augusto Sinagra, già legale di fiducia di Gelli. Che ora potrebbe tornare utile anche al penultimo Comune della provincia romana: la Regione, infatti, questa settimana revocherà il finanziamento di 120 mila euro col quale è stato realizzato il monumento. «A seguito delle verifiche amministrative effettuate, la delibera di revoca del contributo al sacrario al Soldato intitolato al generale Rodolfo Graziani sarà presentata in occasione della prossima Giunta - ha annunciato il presidente, Nicola Zingaretti - L'amministrazione regionale conferma l'assoluta contrarietà al sostegno di qualsiasi opera monumentale dedicata a un gerarca fascista condannato per crimini di guerra». Ma il sindaco di Affile, Ercole Viri, ha annunciato una querela per diffamazione contro il governatore. «Per mesi mi ha offeso e messo in pessima luce di fronte all'Italia e al mondo - dice il primo cittadino - invece ora la Regione ha versato i 67mila euro promessi per la realizzazione del Museo al Soldato, intitolato al generale Graziani». Ma la Regione ha poi tenuto a precisare: «Non è stato effettuato alcun mandato di pagamento, ma solo un'autorizzazione a procedere alla liquidazione, derivante da passate istruttorie amministrative superate dalle nuove risultanze raccolte». Elementi che hanno portato alla «sconfessione» della prima autorizzazione. Chissà se oggi farebbero sconfessare anche quella prima benedizione.