Alitalia si salva. Ma i capitani coraggiosi devono scendere
Filippo Calerif,[email protected] Ormai è chiaro cosa stia accadendo attorno al dossier Alitalia. Lo Stato, Air France e altro soci potenziali possono e vogliono intervenire per ricapitalizzarla....
Ormai è chiaro cosa stia accadendo attorno al dossier Alitalia. Lo Stato, Air France e altro soci potenziali possono e vogliono intervenire per ricapitalizzarla. Ma la condizione è solo una: «discontinuità gestionale». Che altro non significa che l'uscita dell'attuale nocciolo duro di azionisti dalla sala di comando della compagnia. Non è un mistero che i grandi creditori del vettore abbiano risposto sostanzialmente picche alle richieste del governo di accordare nuove dilazioni di pagamento. E non perché avessero paura di non rientrare di somme importanti ma no vitali per i loro bilanci, quanto perché l'attuale gruppo di controllo della compagnia italiana gode si scarsa credibilità. I capitani coraggiosi hanno sostanzialmente fallito la loro missione. In parte per la crisi, ma in gran parte per una serie di errori strategici sulla conduzione aziendale. Per loro non sembra più esserci una seconda opportunità. Bocciati dal mercato, bocciati dal governo. Non resta loro che trovare un compromesso onorevole per salvare parte dei loro soldi e gran parte della loro reputazione. Che la situazione stesse precipitando era ormai chiaro dopo i primi incontri con il governo. Ieri a Palazzo Chigi nel secondo vertice convocato dal premier Enrico Letta per trovare una soluzione all'impasse i rappresentanti dell'azienda non erano presenti. Del futuro dell'azienda l'esecutivo ha discusso senza i padroni. Che sempre ieri hanno partecipato al consiglio di amministrazione di Alitalia che è aperto da venerdì 4 ottobre e ieri si è aggiornato a giovedì prossimo, 10 ottobre. Insomma non è mai stato chiuso. E non è un bel segnale. Significa che probabilmente la situazione è talmente drammatica che senza un intervento d'emergenza la compagnia sarà costretta a portare i libri in tribunale o accedere agli strumenti per la gestione delle crisi aziendali, come la legge Marzano. I tempi sono strettissimi. In campo anche che l'Enac che dovrebbe convocare nei prossimi giorni la compagnia per verificare se sussistano le condizioni di continuità aziendale. Frasi di prassi dai soci. Il governo «sta completando l'analisi della situazione per definire gli idonei interventi per la definizione dei quali è stato chiesto un ulteriore breve lasso di tempo», ha riferito ai soci rappresentato in cda il presidente dell'ex compagnia di bandiera, Roberto Colaninno. E lo stesso board, ha spiegato una nota, «è confidente, vista la disponibilità manifestata dai soci e dal sistema bancario, che la situazione finanziaria possa essere presto riequilibrata». Più esplicite le parole di alcuni consiglieri. «Pensiamo che buona parte degli azionisti faranno la loro parte in presenza di un segnale importante del governo», ha spiegato Cosimo Carbonelli D'Angelo, alla cui G&C Holding fa capo il 3,1% del capitale di Alitalia. «Mi auguro che il governo trovi una soluzione per un asset importante e indispensabile per il Paese». Questo è probabile. Ma prima di inviare la la cavalleria per soccorrerla Letta aspetta il passo indietro. Forse proprio la legge Marzano e un commissario di governo. Poi altri soci.
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