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Iva, Letta: troveremo la soluzione ma basta diktat

Il premier Enrico Letta

Il viceministro Fassina: la strada più probabile è il rinvio e la cancellazione dell'aumento in autunno con la legge di stabilità. Brunetta: preoccupa il silenzio di Saccomanni. Ancora scintille Pd-Pdl.

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"Sono fiducioso che si trovi una soluzione. Però dico attenzione, perché andare avanti a diktat non serve a nessuno. L'Iva è figlia di scelte che non ha fatto il mio governo". Il presidente del Consiglio Enrico Letta, ospite di Lucia Annunziata a In mezz'ora, appare ottimista ma determinato a chiarire: "Non è che io o il mio governo  vogliamo aumentare l'Iva. L'Iva aumenta perché è stato deciso nei mesi precedenti ed è già nel bilancio dello Stato. È figlio delle decisioni prese nella prima metà del 2011, quando c'è stato un momento di crisi profonda e il governo Berlusconi fece la scelta di eliminare gli assegni famigliari, di accompagnamento, eccetera. Successivamente il governo Monti per evitare questa eliminazione spostò l'aumento sull'Iva. Ma l'aumento è già deciso, c'è. Noi dobbiamo trovare le risorse per spostarlo". Una "soluzione" possibile è quella evocata oggi dal viceministro dell'Economia Stefano Fassina. "Credo che un rinvio sia inevitabile. La strada più probabile è quella di un rinvio per arrivare alla cancellazione in autunno attraverso la legge di stabilità", ha detto  Fassina in un'intervista alla Stampa. E avverte: "Il Pdl deve ricordarsi che non governa con il Pd per fare un favore al Pd, ma per contribuire a risolvere i problemi del Paese. Chi gioca con i ricatti ne risponderà al Paese. E l'evoluzione del quadro parlamentare sottolineato nei giorni scorsi da Bersani ed Epifani è reale". GOVERNO AL LAVORO "L'obiettivo è  quello di evitare l'aumento dell'Iva, ma il governo valuta già  le misure da mettere in campo per difendere il potere d'acquisto delle famiglie", chiarisce il ministro degli Affari Regionali, Graziano Delrio, in un'intervista all'Avvenire. "Abbiamo già visto che il precedente aumento dal 20 al 21 per cento ha prodotto un forte calo del gettito e nessun beneficio per i conti pubblici. Ma stiamo ai fatti e alla realta': abbiamo poche ore per trovare le coperture, il ministro Saccomanni sta scavando nel mare magnum di quelle agevolazioni fiscali per cittadini e imprese che ormai non hanno piu' senso di esistere. Se malauguratamente non dovessimo riuscire a bloccare l'Iva, affronteremo di petto il tema del potere d'acquisto delle fasce medio-basse, valuteremo l'estensione della social card per sostenere famiglie e consumi". IL SILENZIO DI SACCOMANNI Per il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, il silenzio del ministro dell'Economia Saccomanni è "preoccupante".  "L'onere sulla copertura per bloccare l'Iva - ha detto Brunetta a SkyTg24 - rispetto agli impegni presi, ce l'ha Saccomanni. Il governo ha l'onere di proporre degli strumenti per bloccare l'aumento dell'Iva e il Parlamento può dire sì o può dire no. Ma l'onere è del governo". ANCORA SCINTILLE PD-PDL "Il nervosismo del Pdl non è un segno di forza - rileva il segretario del pd Guglielmo Epifani - al contrario mostra debolezza perché  è uscito malissimo dalle elezioni amministrative a differenza del Pd, che ha avuto una vittoria molto forte, e subisce un andamento che premia noi e non loro". Ci sono, per Epifani, "un insieme di fattori che li spinge a lanciare questi continui ultimatum. Farebbero meglio a smetterla", suggerisce il segretario del Pd.  A ribadire la linea del Pdl ci pensa Fabrizio Cicchitto. "Il senso di questo governo è quello di favorire una ripresa della crescita e in primo luogo attraverso un blocco dell'Iva e la riduzione dell'Imu - si legge in un comunicato - Se non facesse questo, il governo perderebbe una delle sue fondamentali ragioni visto che rispetto all'altra, quello della pacificazione, è stato prevaricato da forze potenti, di natura giudiziaria politica finanziaria editoriale che giocano al tanto peggio tanto meglio non solo contro Berlusconi, ma anche contro questo stesso governo", ha aggiunto Cicchitto. "Per ulteriore chiarezza aggiungo anche che preferisco di gran lunga che il governo risponda positivamente perche' non ho alcuna fiducia ne' per l'Italia, ne' per l'economia italiana ne' per lo stesso Berlusconi da un'eventuale crisi di questo governo. Ma e' evidente - conclude Cicchitto - che al punto in cui siamo o il governo e' operativo sul piano economico oppure esso perde la sua ragion d'essere". "La battaglia per l'abolizione definitiva dell'Imu sulla prima casa e contro l'aumento di 1 punto percentuale di Iva è una conditio sine qua non, nel senso che: o il governo si assume gli impegni presi, o va a casa. Comunque sia Imu e Iva rappresentano nei fatti giusto una aspirina rispetto alla condizione di sofferenza in cui versa il nostro Paese", ha affermato l'onorevole del Pdl Daniela Santanchè. Maurizio Gasparri invece dsi chiede: "È vero o no che la crescita dell' Iva farebbe cadere i consumi e quindi le entrate dello Stato? La risposta è sì, e la dovrebbe conoscere anche Enrico Letta. Quindi non bisogna trovare coperture per il mancato aumento. Le si dovrebbero trovare in caso di aumento dell'Iva, perchèéil fisco avrebbe meno entrate". "Il Pdl non scarichi sul Paese le proprie difficoltà. Occorre evitare l'aumento dell'Iva e stabilire la rimodulazione dell'Imu. Alfano e il Pdl aiutino il governo a trovare i soldi senza fare più comizi e diktat quotidiani", replica al Tg 1 Nicola Latorre, senatore del Pd e presidente della commissione Difesa a Palazzo Madama.

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