
Imane Fadil chiede 2 milioni di risarcimento

L'avvocato Danila De Domenico, che assiste Imane Fadil, costituita parte civile nel processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti ha chiesto un risarcimento di 2 milioni di euro, con...
L'avvocato Danila De Domenico, che assiste Imane Fadil, costituita parte civile nel processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti ha chiesto un risarcimento di 2 milioni di euro, con una provvisionale di un milione per il «grave danno» subito con la partecipazione alle serate di Arcore. «Chiedo due milioni - ha spiegato il suo legale - ma si potrebbe arrivare tranquillamente fino a cinque per il rilevante pregiudizio subito». Secondo il suo avvocato, Imane Fadil «fa paura perché ha detto tante cose e tante cose scomode, questa è la verità». Proprio per questo è stata a lungo screditata anche da Emilio Fede, che l'aveva introdotta alle cene di Arcore. Per l'avvocato De Domenico, inoltre, la Fadil le ha confidato che si era resa conto che «avrebbe dovuto cedere» alle avances sessuali di Silvio Berlusconi «sennò sarebbe stata tagliata fuori». Nessuno le chiese direttamente di prostituirsi ma «il meccanismo era molto più persuasivo» perché si approfittava «della giovane età delle ragazze, della loro debolezza» e della loro «ansia» di inserirsi nel modo dello spettacolo. Il risarcimento richiesto tiene conto del «forte dolore psicofisico» che la vicenda le ha provocato. Imane Fadil, infatti, secondo il legale, «non è uscita di casa per mesi, ha vissuto con le tapparelle abbassate per non essere spiata, non ha dormito la notte poiché lei era ormai appellata come una delle "prostitute di Berluscon"». «Grave l'onta subita e la vergogna provata da Imane - ha proseguito - soprattutto nei confronti dei propri familiari, cui la giovane ha dovuto spiegare con imbarazzo ogni circostanza». L'avvocato De Domenico ha sottolineato come Imane Fadil «si è ribellata a un infame sistema» e per questo «anche oggi nessuno le offre valide opportunità» di lavoro.
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