Casa di Scajola, Zampolini ai pm: «Anemone trovò l’appartamento»

Fu l’imprenditore Diego Anemone, nel 2004, ad affidare all’architetto Angelo Zampolini l’incarico di individuare a Roma un appartamento «di una certa metratura» per l’allora ministro Claudio Scajola. «Io ne trovai uno che il ministro, dopo un sopralluogo, scartò mentre quello di via del Fagutale 2 fu trovato dallo stesso Anemone» che poi avanzò alle proprietarie, le sorelle Papa, un’offerta di acquisto. Lo ha raccontato lo stesso Zampolini nel processo che vede imputati Scajola e Anemone accusati di concorso in finanziamento illecito. Zampolini firmò il preliminare d’acquisto versando alle Papa assegni circolari per 200mila euro, provenienti a suo dire da Anemone. Alla fine l’appartamento fu acquistato per 1.700.000 euro: ai 900mila consegnati alla firma del contratto e ai 200mila, già versati al compromesso (e per l’accusa provenienti tutti da Anemone senza che l’erogazione fosse iscritta nei bilanci delle sue società), vanno aggiunti altri 600mila euro legati all’accensione del mutuo. Al pm Calò, che voleva sapere chi si fosse accollato le spese della ristrutturazione, il teste ha detto: «Non lo so, ma credo che i lavori siano stati fatti da un’impresa di Anemone o da personale a lui collegato».