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Crisi economica: incontro Barroso-Letta

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Il presidente della commissione europea: ridurre debito in Italia è una necessitàLetta: non c' tempo da perdere, il vertice di gugno non sia transitorio

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Si è svolto a Bruxelles l'incontro tra il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso ed il presidente del Consiglio Enrico Letta. Il colloquio segue la cena di lavoro che ieri sera il nuovo premier ha avuto nella residenza dell'ambasciatore italiano all'Ue, Ferdinando Nelli Feroci, con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. Il bilaterale con Barroso è l'ultimo appuntamento del primo tour europeo di Letta, iniziato due giorni fa con Berlino, con il bilaterale con la Merkel a Berlino e Hollande. Alla fine la soddisfazione di Barroso: «La stabilità politica sta tornando a regnare in Italia», con l'elezione del Quirinale e con un sostegno «ad ampio spettro» del nuovo esecutivo, aggiungendo che «la stabilità è una precondizione vitale» per le riforme e per le misure «indispensabili per la crescita», che si possono attuare solo «con finanze pubbliche sane e in buone condizioni. Ridurre il debito in Italia è una necessità». Letta: «Ho detto a Barroso quanto siano forti le speranze di combattere la disoccupazione giovanile che è il vero incubo del nostro paese e dell'Europa. L'azione per la crescita nei target definiti, a breve presenteremo un nostro piano. Ho confermato il nostro impegno a mantenere i patti stabilito». A ora di pranzo poi il presidente del consiglio è intervenuto al rapporto Ocse presso la Cnel: «Non c'è tempo nemmeno in Europa. Questa situazione non riguarda solo l'Italia. Non si può far sì che il vertice europeo di giugno sia transitorio, ma deve essere un vertice nel quale ci siano i segnali concreti di politiche per far ripartire la crescita e la lotta alla disoccupazione giovanile, la prima delle priorità. Torno dopo 36 ore in Europa con la voce provata, ho dovuto parlare e spiegare ai partner europei ma ho trovato un terreno ben arato e ho colto quanto sia importante il ruolo dell'Italia e quanto noi vogliamo giocarlo>.

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