Grillo: «Non servono badanti della democrazia»
Giorni di riflessioni per risolvere il nodo ingarbugliato della situazione politica, in fase di stallo tra veti incrociati e richieste più o meno inaccettabili. In attesa delle riunioni dei due gruppi di saggi nominati dal Presidente Napolitano, sulla decisione del capo dello Stato è intervenuto il leader del MoVimento 5 Stelle. «Il Paese non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell'inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di "badanti della democrazia", ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta» ha scritto Beppe Grillo sul suo blog. Per il comico genovese la decisione di Napolitano «è la miglior soluzione possibile in un Paese che ha visto una serie di Governi che hanno imposto le loro politiche a Parlamenti svuotati di ogni autorità e significato, anche grazie al Porcellum che ha trasformato i parlamentari in "nominati", in yes men». «È necessario - prosegue Grillo - ridare al Parlamento la sua centralità» e per farlo «è urgente l'istituzione delle Commissioni per l'esame delle proposte di legge. In questa fase, infatti - aggiunge - per poter emettere un decreto di urgenza fuori dagli affari ordinari, il Governo deve chiedere l'autorizzazione al Parlamento. Le Commissioni a più di un mese dal voto - dice ancora il leader 5 stelle - non sono ancora state istituite, il risultato è un rallentamento dell'attività legislativa che potrebbe occuparsi da subito di temi come la nuova legge elettorale, il conflitto di interessi, il reddito di cittadinanza, la legge anti corruzione, l'abolizione dell'Irap». Nel Pdl Brunetta boccia senza appello le due commissioni volute da Napolitano definendole «una perdita di tempo» mentre per Franceschini (Pd) sono «utili ma non risolutive». Gli unici a sostenere la scelta dei saggi di Napolitano sembrano essere gli esponenti di Scelta Civica. Per il Pdl torna ad intervenire anche Fabrizio Cicchitto: «Tutte le iniziative, anche estemporanee e fuori dagli schemi tradizionali, come quelle messe in atto dal Presidente della Repubblica vanno bene se servono a costruire il terreno politico e programmatico per una soluzione positiva. D'altra parte, però, dobbiamo avere piena coscienza che il governo Monti non può sostituirsi all'esigenza di dar vita, dopo le elezioni, ad un nuovo governo, la cui fiducia viene votata dalla maggioranza del Parlamento, che i saggi su questo terreno possono dare delle indicazioni e suggestioni positive ma a loro volta non possono certo sostituirsi né al Parlamento neoeletto né, tantomeno, alla necessità di dar vita ad un nuovo governo che è l'unico abilitato ad avere rapporti positivi con il nuovo Parlamento, nelle Commissioni e in Assemblea».