Nell'inchiesta Mps entrano i derivati
Mentresi rincorrono le voci sul futuro del Monte Paschi alimentate anche dalle ipotesi che dietro il rosso del bilancio dell'istituto si celi una maxitangente, ieri i vertici hanno lanciato messaggi rassicuranti. «Stiamo gestendo con attenzione la comunicazione esterna e interna - ha detto l'amministratore delegato Fabrizio Viola - per far capire ai clienti, che evidentemente sono turbati per le cose dette sulla banca, che questa è solida, è stabile ed i correntisti non corrono alcun pericolo». Smentisce l'ipotesi di un commissariamento. «Non ce n'è bisogno» e nega anche che siano necessari «ulteriori interventi». Quanto al rapporto con la politica, Viola sottolinea che «il nuovo top management ha voluto impostare una gestione caratterizzata da una totale autonomia dal mondo politico». Anche il presidente Profumo parla di situazione «sotto controllo». «Siamo stati noi a fare pulizia e a portare alla luce le operazioni oggi sotto indagine». E avverte che se «sarà accertato che l'acquisto di Antonveneta nasconde una tangente per alzare il prezzo, Monte Paschi è pronto a rivalersi nei confronti di chi ne ha beneficiato anche fuori dalla banca». Quindi mette in chiaro che l'emissione dei Monti bond non corrisponde a una nazionalizzazione. «Non danno poteri di governance allo Stato» sottolinea e auspica anche l'arrivo di un «socio finanziario di lungo termine». I vertici di Mps non si limitano alle interviste e sbarcano su Facebook dove nei giorni scorsi sono affluiti i commenti dei correntisti indignati. Con un post sul social network, Mps dice che «la banca non mostra alcun problema ed è in piena e normale operatività» Intanto si allunga la lista di coloro che negano di essere minimamente coinvolti nel caso Mps. Rothschild ieri ha emesso una nota puntuale nella quale smentisce «categoricamente di aver mai assistito Mps nell'operazione relativa al convertendo fresh, così come non ha mai assistito Mps in nessuna operazione di emissione di azioni, obbligazioni, derivati o altre operazioni finanziarie sul capitale, sia collegate all'acquisizione di Antonveneta che precedenti o successive ad essa; ruolo svolto invece da altre prestigiose banche d'affari, italiane ed estere». Rothschild precisa di aver agito «solo ed esclusivamente come advisor di Santander nella cessione di Antonveneta». Si fa sentire anche l'Opus Dei che è stata tirata in ballo dalla stampa. In una nota dice di essere «totalmente estranea alla vicenda e che le sue attività non c'entrano nulla con banche e questioni economiche». Le indagini intanto proseguono. Il vero oggetto, come hanno detto gli inquirenti, resta l'operazione che portò nel 2007 all'acquisto di Antonveneta. La Procura di Siena, con la collaborazione della Guardia di Finanza, cerca da ormai nove mesi di capire come furono reperite le risorse per il pagamento della banca a Santander. E anche le altre ipotesi di reato ne sono un corollari. Mps è indagata su un'ipotesi di manipolazione del mercato circa il valore delle azioni di Banca Mps, che tra l'altro nei primi giorni del gennaio 2012 subirono un anomalo ribasso, spiegava, in una nota, già a maggio, la stessa Fondazione del Monte. Così, i sospetti sulle comunicazioni agli organi di vigilanza. Alla Procura senese, poi, per competenza, sono stati trasmessi qualche tempo fa gli atti riguardanti gli acquisti di derivati che si sospetta siano serviti ad occultare gli effetti del debito contratto per Antonveneta. Quindi, anche la parte su tali operazioni rientrano nell'inchiesta per l'acquisto di questo istituto. Gli inquirenti - che hanno agli atti anche documenti raccolti dalla Procura di Milano e trasferiti a Siena per competenza territoriale - avrebbero raccolto elementi significativi riguardo a condotte fraudolente attuate già dal 2007 dai manager Mps dell'epoca per reperire una parte significativa dei circa dieci miliardi versati alla banca Santander per l'acquisizione di Antonveneta e per finanziamenti a favore della Fondazione. Tali condotte dolose, protratte nel tempo - sempre secondo gli investigatori - avrebbero riguardato in alcuni casi anche interventi per alterare il valore del titolo Antonveneta, tali da configurare il reato di manipolazione del mercato, attribuito ad alcuni degli indagati. Qualcosa sulla posizione del governo sulla vicenda dovrebbe emergere domani all'audizione del ministro dell'Economia Grilli in Parlamento.