Doveva ricaricare spirito e membra sulle sponde del Giordano in vista della campagna elettorale.
Ilviaggio in Terrasanta di una settimana è durato appena due giorni. Ieri sera, nella Sala delle Bandiere del Campidoglio, Gianni Alemanno ha snocciolato i due punti cardine della sua difesa, bando di gara alla mano: la pubblicazione della gara d'appalto porta la data 23 gennaio 2008, le offerte sono state consegnate in busta chiusa il 28 aprile, nello stesso giorno in cui veniva nominata la commissione di valutazione e nelle stesse ore in cui nei seggi elettorali si scrutinavano le schede della tornata elettorale che lo avrebbe portato alla conquista del Campidoglio. Quindi: «Tutti i passaggi dell'appalto e della gara relativa - ha detto il sindaco - non hanno interessato in alcun modo la nostra amministrazione. Anche la valutazioni delle offerte - ha precisato - furono avviate prima che si insediasse la mia Giunta». Ma la gara, terzo punto non contemplato dal primo cittadino, sarebbe stata assegnata a novembre 2008, quasi 7 mesi dopo il suo insediamento in Campidoglio, periodo durante il quale l'associazione di imprese che si era aggiudicata l'appalto avrebbe subappaltato, come previsto dal bando, la fornitura dei filobus. Un affare da 20 milioni di euro per cui, secondo le indiscrezioni trapelate dagli interrogatori in Procura di amministratori e faccendieri legati alla controllata di Finmeccanica, sarebbero state versate tangenti per circa 700mila euro. Nella Sala delle Bandiere, in conferenza stampa, ieri il sindaco è poi tornato su un altro passaggio dell'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Paolo Ielo, su quella Lobby Roma di cui parla l'imprenditore Edoardo D'Inca Levis in una e-mail all'ex amministratore delegato della Breda Menarini, Roberto Ceraudo. «Il documento è datato 10 aprile 2008 - ha detto Alemanno - A quella data gli italiani non mi avevano nemmeno ancora votato». «Il rapporto con la Breda Menarini - ha sottolineato - in questo affare è stato gestito da una Ati privata e non riguarda in alcun modo l'amministrazione comunale. Bisognerebbe chiedere a Edoardo D'Inca Levis come e perché vengono fuori queste vicende, perché prima è uscita fuori l'ipotesi che Mancini fosse diventato amministrato di Eur Spa proprio per questa intermediazione, e poi che fosse stato lo stesso Mancini a prendere questa tangente, poi ancora la segreteria di Alemanno. Tra un po' - ha scherzato il sindaco - uscira' fuori che è stata mia madre a prenderla». Del resto, in questa vicenda, ci sono ancora fin troppi aspetti da chiarire, primo tra tutti proprio chi sia il destinatario, o i destinatari della presunta mazzetta. In una telefonata Skype di giugno 2009 l'imprenditore D'Inca Levis, incaricato di mettere insieme il denaro della tangente, avrebbe chiesto all'allora amministratore delegato Riccardo Ceraudo se i soldi fossero per la De Sanctis Costruzioni (una delle società che costituiscono l'Ati aggiudicatrice della gara) oppure per la politica. Ceraudo avrebbe risposto in modo vago, alludendo alla politica in generale. E quale ruolo avrebbe giocato nella vicenda Riccardo Mancini, indagato dalla procura e dimessosi dalla guida dell'Eur Spa appena 4 giorni fa? E ancora: è davvero arrivata a destinazione parte della maxitangente? Si tratta della parte mancante del gruzzolo di contanti che sarebbero stati ritrovati dagli investigatori in una cassetta di sicurezza intestata al figlio di Ceraudo? Mille domande, nessuna risposta, per ora. Ma tanto è bastato alla sinistra per chiedere per due giorni di seguito a gran voce le dimissioni immediate di Alemanno. Il sindaco, che già dalla Terra Santa aveva avvisato gli avversari di non cantare vittoria, ieri, ribadendo la volontà di correre per la riconquista del Campidoglio, ha risposto: «Ci sono persone che hanno chiesto le mie dimissioni senza aver visto le carte». Ma il sindaco, che giovedì aveva già incassato il sostegno del partito con un comunicato di solidarietà da parte del segretario Angelino Alfano, ieri sera ha potuto contare anche sul sostegno del presidente Silvio Berlusconi: «L'inchiesta sui bus a Roma dimostra - ha detto il Cav - che esiste una giustizia ad orologeria». Il primo cittadino ha comunque ribadito la sua piena fiducia nella magistratura, e nel pubblico ministero Paolo Ielo, già nel pool Manipulite a Milano. E non ha dimenticato neanche di ricordare l'importante ruolo ricoperto da Riccardo Mancini nella campagna elettorale del 2008. In Sala delle Bandiere ieri era presente Antonio Lucarelli, capo segreteria di Alemanno, con il quale ha avuto un serrato incontro prima della conferenza stampa. Le ragioni del sindaco, che di fatto ha spostato l'attenzione sull'operato della precedente Amministrazione Veltroni, ha rinvigorito gli attacchi del centrosinistra tornato ad accusarlo in serata per bocca del capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale Umberto Marroni: «Alemanno continua a mentire. L'aggiudicazione fu sospesa dalla sua Giunta a ottobre dello stesso anno».