Via libera dei soci Mps
Maalla fine la ciambelle di salvatggio lanciata dal governo Monti alla banca è stata afferrata. L'assemblea straordinaria degli azionisti di Mps, riunita ieri dalle 9 di mattina nella sede di via Mazzini A Siena, ha dato il via libera all'aumento di capitale da 6,5 miliardi, necessario per beneficiare dei Monti-bond. Ai 4,5 miliardi per coprire l'aiuto del governo (pari a 3,9 miliardi) si aggiungono 2 miliardi come copertura per gli interessi che la banca dovrà pagare se non rispetterà gli impegni presi con l'esecutivo entro il 2015. Il risultato serve però a rilanciare solo in parte l'immagine dell'istituto, precipitato nella bufera dopo la vicenda dell'operazione sui derivati che ha coinvolto il suo ex numero uno, Giuseppe Mussari. Pesano i lati oscuri che legano mondo finanziario e politica. Ivertici però rassicurano. Gettano acqua sul fuoco. Il tam tam mediatico ha oscurato il lavoro di risanamento avviato con il cambio di marcia dopo la sostituzione di Mussari e Vigni. «La banca è solida e i correntisti e risparmiatori possono stare assolutamente tranquilli; non ci sono più cassetti segreti da aprire». Questo il messaggio sottolineato al termine di un'assemblea fiume che ha approvato con il 98,75% di voti a favore l'aumento di capitale. Una ricapitalizzazione necessaria per i Monti bond su cui far leva per risollevare il patrimonio della banca, ma che saranno rimborsati allo Stato, ha annunciato Profumo, «per gran parte entro il 2015 e per il resto in brevissimo tempo, altrimenti sarebbero trasformati in capitale trasferito al Tesoro che diventerebbe nostro azionista di stragrande maggioranza». La tegola dei derivati pesa come un macigno. Per questo sulla vicenda è stata promessa completa chiarezza per la prima decade di febbraio, quando, ha detto Viola, «ci saranno tutti gli elementi per valutare l'impatto di questi strumenti, convocheremo un cda e daremo le cifre precise. Ma già a novembre abbiamo esaminato il tema e chiesto di aumentare i Monti bond di 500 milioni». Quanto ai dividendi, ha detto Viola, «si vedrà di volta in volta». A proposito dei titoli tossici, i due banchieri hanno ribadito che non si tratta di derivati ma di pronti contro termine e pertanto «il livello di rischio è molto più contenuto». «Le analisi sono ancora in corso, entro la prima decade di febbraio il Cda fornirà al mercato i numeri nel dettaglio». La perdita da 730-740 milioni per il 2012 resta comunque sempre più verosimile. Certo è che il licenziamento del precedente direttore generale, ha spiegato Viola, è stato il presupposto per aprire i cassetti «ora a mia conoscenza non ce ne sono altri da aprire, ma prima devo finire il lavoro. Non siamo di fronte ai soliti derivati che si vedono a colpo d'occhio nei bilanci». Si tratta comunque di cifre, ha ribadito Profumo, «che non mettono in discussione l'operatività della banca, continuiamo a operare tranquillamente». Profumo si è schierato deciso a difesa del Monte dei Paschi, parlando di «totale autonomia e indipendenza dalla politica», ma rivendicando anche che il suo compito sarà solo quello «di fare bene la banca e nient'altro, deluderemo chi ha pensieri diversi. Vogliamo generare valore per la comunità senese, ma non saremo il terminale di nessuno». Tra le conseguenze la fine della sponsorizzazione per la squadra di calcio mentre quella per il basket rimane in bilico, e lo stop dei contributi alle contrade. Già dalla mattinata il mercato ha cominciato a riapprezzare il titolo. Dopo tre giorni di perdita in cui l'azione ha lasciato sul terreno il 20% del suo valore ieri ha finalmente tirato il fiato (+11% a 0,25 euro) nonostante il frenetico scambio di titoli (è passato di mano il 12%). «Il rimbalzo a Piazza Affari - ha commentato l'ad Fabrizio Viola - credo che sia una cosa naturale dopo aver fatto un meno 20% in tre giorni. Il mercato si sta rendendo conto che il problema c'è ma è gestibile». Intanto, a monitorare la situazione, oltre a magistrati, Banca d'Italia e Consob, si è aggiunta anche la Commissione europea, che ha riallacciato i contatti con le Autorità italiane. Bruxelles nelle scorse settimane aveva approvato gli aiuti di Stato e adesso attende, entro sei mesi, un piano di ristrutturazione sulla base del quale dare il via libera definitivo al salvataggio» ha fatto sapere un portavoce. Nell'occhio del ciclone, però, resta Via Nazionale, accusata da politici e non di non aver vigilato a dovere. Sul tema è tornato il governatore, Visco, per sgombrare il campo da ulteriori polemiche mentre il ministro Grilli ha fatto sapere che martedì sarà in Parlamento in Commissione finanze e riferirà sulla questione. Infine il primo azionista, la Fondazione Mps di Gabriello Mancini, ha aperto alla via dell'azione di responsabilità a tutela degli interessi propri e di tutti i soci. Fil. Cal.