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Tra i Democratici è già partita la caccia al capro espiatorio

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Bersani e i suoi negano l'ingerenza del partito nelle vicende del Monte dei Paschi Sul banco degli imputati finiscono Mussari e i sindaci che hanno governato la città

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ni.A 48 ore di distanza dalle dimissioni del presidente dell'Abi Giuseppe Mussari con la contestuale «esplosione» del caso Monte dei Paschi, la parola d'ordine dei big del Pd è una sola: minimizzare. E scaricare sul management dell'istituto le responsabilità di ciò che è accaduto e accadrà. Se proprio si vuole tirare in ballo qualche politico si guardi ai sindaci di Siena. Ma niente di più. «Quello che è successo - assicura il candidato premier del centrosinistra Pier Luigi Bersani - non crea imbarazzo. Il Pd non si occupa di banche. Certo, la situazione è preoccupante e bisogna andare fino in fondo». «Il Pd non si è mai occupato del Monte dei Paschi - gli fa eco Massimo D'Alema -. Il sindaco non è il Pd, è eletto dal popolo, è un'istituzione, non c'è nulla di scandaloso e strabiliante. Mentre il Pd non si è mai occupato del Mps, il sindaco se ne è occupato e in particolare il sindaco Ceccuzzi è stato quello che ha chiesto oltre un anno fa un ricambio totale al vertice della banca e lo ha fatto anche sfidando alle resistenze che lo hanno portato alle dimissioni. Sono i fatti, non vedo perché ci si debba arrabbiare». Riassumendo. Quella della «banca rossa» è una leggenda. E poco importa che il responsabile economico del Pd Stefano Fassina, intervistato da Repubblica, lodi le «scelte coraggiose» compiute dal sindaco Franco Ceccuzzi (Pd) che ha «affidato a manager indipendenti e capaci la guida dell'istituto». Ma il sindaco, come dice D'Alema, non è il Pd. Poco importa anche che, meno di due mesi fa, criticando Renzi, uno dei candidati alle primarie del centrosinistra, Bruno Tabacci, così parlava: «A Renzi dico che, soprattutto sul caso Mps, non è che possa fare l'anima bella chiamandosi fuori. In Toscana lo sanno tutti che per anni le forze del centrosinistra hanno dato le carte e ripartito i ruoli sul Monte dei Paschi, che è stato una greppia per tanti nella quale anche i popolari hanno fatto la loro parte». Ma forse, direbbe D'Alema, il centrosinistra non è il Pd. E sembra inutile ricordare i numerosi scontri sulle poltrone della Fondazione con protagonisti ex Ds e ex Margherita. Così come quelle voci che per mesi accompagnarono alcune operazioni bancarie all'ombra della Quercia. Anche Mussari, nonostante le sue puntuali e annuali donazioni a favore del Pd, ormai è una sorta di sconosciuto. Al punto che l'ex sindaco, oggi ricandidato, Franco Ceccuzzi, suo testimone di nozze, racconta di non sentirlo da tempo. «Il tradimento di chi ha svolto operazioni speculative è quello di aver snaturato Banca Mps - scrive su Facebook -, allontanandola dalla sua anima di banca commerciale al servizio dell'economia reale, assumendosi rischi spregiudicati che oggi si scaricano su tutto il gruppo e sui lavoratori. Molti mi dicono di aver voltato le spalle a Mussari per opportunismo. I legami personali su questa vicenda non c'entrano niente. Se ha sbagliato dovrà assumersi, insieme ad altri, le proprie responsabilità». Insomma nei Democratici è partita la caccia al capro espiatorio. Quello che può evitare che questa vicenda si trasformi in un boomerang elettorale. Non a caso qualcuno fa velatamente notare che, più che Bersani, è stato D'Alema l'uomo che ha tessuto i rapporti con un certo mondo economico-finanziario. Ma forse tutto potrebbe risolversi presto in una bolla di sapone. A nessuno è sfuggito il fair play con cui Silvio Berlusconi ha commentato la vicenda: «Io ho un legame particolare con Monte dei Paschi perché grazie a loro potei costruire Milano due e Milano 3, il legame era tale per cui risultai come l'unica società con cui la banca concedeva mutui premiando la mia puntualità nei pagamenti. È un istituzione cui voglio bene». Se anche il Cavaliere cattivo decide di non affondare il colpo ai Democratici non resta altro che compattarsi come un uomo solo. Lasciando che la tempesta, così come è arrivata, passi.

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