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Bersani vira a sinistra e attacca il Prof: «Basta critiche ai sindacati»

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Nonsolo i lavoratori che «soltanto il Pd, e non "il miliardario" o "il tecnico", possono tutelare». Ma anche i delusi, gli arrabbiati, i disorientati. Quelli tentati da Grillo e Ingroia. Bersani vuole andare a prendersi quei voti. Di qui la svolta a sinistra della campagna. «Offensivo su questione sociale e lavoro», così lo staff bersaniano sintetizza l'intervento che il segretario farà alla Cgil. E «offensivo» anche sul versante della competition con Monti. Bersani non dimenticherà di sottolineare come il Prof, al pari di Berlusconi, abbia cercato e stia cercando di «isolare e dividere il mondo sindacale» e non mancherà di ricordare quella prima uscita da candidato del premier a Melfi, con Marchionne. Unità e democrazia sui luoghi di lavoro, comprese regole sulla rappresentatività, saranno la risposta di Bersani. L'affondo di ieri del premier contro la Cgil sarà lo spunto da cui partire. «Il dialogo non è un freno» alle riforme ma, è il pensiero del segretario del Pd, «un modo per evitare errori». E Monti sugli esodati ne sa qualcosa, evidenzierà Bersani. Altro tassello nella campagna a sinistra è stata la «foto di coalizione» con Vendola e Tabacci. Mollare Sel per un'alleanza con Monti? «Se lo tolgano dalla testa», ha detto Bersani. Il Pd come partito del lavoro. Bersani punta a far riemergere una connotazione che forse rischiava di essersi un po' persa nel balletto delle ultime settimane su «patto sì o patto no» con Monti. Sottolineando, ovviamente, l'autonomia del sindacato. Come fatto anche ieri: «Attribuire a noi una eterodirezione dalla Cgil è ridicolo, mi stupisco che Monti cada su luoghi comuni della destra». «Con un'organizzazione che ha 4-5mln di iscritti - ha detto Bersani - si può litigare ma non puoi in premessa dire è una posizione che non va. Perché lasci fuori un pezzo del Paese. Io non lo farò mai». Bersani ha anche rilanciato la proposta di un salario minimo garantito. «C'è un fenomeno in corso sul mercato del lavoro che porta a livelli salariali sotto il minimo vitale. Io dico che per quelli non coperti da una misura contrattuale ci vuole una norma da salario minimo». Quanto al centro montiano, Bersani ribadisce che «chi governa deve chiedere al Paese la forza per governare. Dopodichè cercheremo il dialogo con le forze europeiste e moderate, ma chi vince ha la barra politica, se no le elezioni cosa si fanno a fare? Per sport?». Ieri con Monti c'è stato anche un duro botta e risposta sui conti pubblici. Il segretario Pd ha detto che «non c'è nessun imbroglio, nessuna zona opaca» nei conti ma «c'è la realtà dei fatti che dice che» andranno fatte delle verifiche per capire «come si configurerà il 2013 essendo evidente che sarà il nuovo governo che dovrà garantire il pareggio di bilancio».

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