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Monti ci ripensa:non solo tasse per ridurre il debito del Paese

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L'intervento Il Prof non si lascia sfuggire la ribalta internazionale «Italiani vittime di promesse elettorali che hanno aggravato la crisi»

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Cosìsottolinea che «l'atmosfera che circonda l'Italia è cambiata, che ora è un Paese rispettato e che c'è interesse nelle imprese e negli investitori stranieri per la crescita e l'innovazione che l'Italia può fornire». Ma approfitta anche per marcare la differenza dal passato. Mette in evidenza che «gli Italiani, e i giovani in particolare, sono stati vittime di promesse elettorali che spesso hanno aggravato la crisi. Vittime di governi che spesso non sono stati abbastanza forti contro l'evasione fiscale, la corruzione, gli interessi particolari, le manipolazioni del mercato finanziario». Poi sottolinea che la sua Agenda «è ambiziosa» e spiega alla comunità internazionale di aver deciso di presentarsi alle elezioni perché «lo devo agli italiani ed in particolare a quelli più fragili». Si dice ottimista per il futuro del Paese. «Siamo tra i più sostenibili nel mondo intero, oggi l'Italia è molto diversa da un anno fa, abbiamo un pareggio di bilancio strutturale e manteniamo un avanzo primario del 4%. Ci siamo dati regole molto rigide» e abbiamo strumenti migliori contro l'evasione fiscale». Poi a indicare anche il suo cambio di passo spiega che «l'onere di ridurre il debito non può più essere ottenuto solo attraverso le tasse». A Davos, inoltre, Monti attribuisce ai cittadini italiani la capacità di «comprendere il suo sforzo di cambiamento. Con i loro sforzi, la loro determinazione, hanno aiutato il Paese a voltare le spalle alla crisi». Sottolinea di non aver mai usato l'argomento «ce lo chiede l'Europa» per chiedere sacrifici. Il Prof ha ricordato lo scampato pericolo: «La crisi finanziaria senza una guida politica, poteva finire in tragedia». E sottolinea che «l'Italia negli ultimi 10 anni non ha usato l'opportunità di essere membro Eurozona per abbassare il rapporto Pil-debito pubblico». Infine il riferimento ai vecchi partiti, che il Professore accusa di aver frenato la spinta riformista. «Quando il mondo cambia non si può rimanere fermi; per anni l'Italia non ha colto le sfide dell'innovazione». la vecchia politica, attacca il premier, è quella che «promette riforme e finire con l'aumentare le tasse e il debito». L.D.P.

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