Nel 2011 8,2 milioni di poveri nel Paese
Lapovertà assoluta coinvolge invece il 5,2% delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui. Lo rileva l'Istat nel rapporto «Noi Italia». Nel 2010 circa il 57% delle famiglie residenti in Italia ha acquisito un reddito netto inferiore a quello medio annuo (29.786 euro, circa 2.482 euro al mese). In Sicilia si osserva la più elevata diseguaglianza nella distribuzione del reddito e il reddito medio annuo più basso (il 28,6% in meno del dato medio italiano); sempre in questa regione, in base al reddito mediano, il 50% delle famiglie si colloca al di sotto di 17.459 euro annui (circa 1.455 euro al mese). Nel 2011 il 22,4% delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell'indice sintetico di deprivazione, con un aumento rispetto all'anno precedente di oltre sei punti percentuali. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell'Italia meridionale e insulare, con un valore dell'indicatore pari al 37,5% (dal 25,8% del 2010). Nei primi mesi del 2012, il 42,8% delle persone di 14 anni e più si dichiara molto o abbastanza soddisfatta della propria situazione economica. Il livello di soddisfazione diminuisce passando dal Nord al Sud del Paese, con una forte variabilità regionale, ma non a livello di genere. Negativa la situazione anche a livello di lavoro. Nel 2011 in Italia è occupato il 61,2% della popolazione di 20-64 anni, solo un decimo di punto in più rispetto al 2010. Si presenta molto marcato lo squilibrio di genere: le donne occupate sono il 49,9%, gli uomini il 72,6%. Il tasso di occupazione della popolazione in età 55-64 anni nel 2011 è al 37,9%, in aumento rispetto al 2010. Secondo l'Istat il 13,4% dei dipendenti ha un contratto a termine, valore di poco inferiore alla media europea. La quota di occupati a tempo parziale è pari al 15,5%. Entrambe le tipologie contrattuali sono più diffuse tra le donne. Il tasso di inattività della popolazione tra i 15 e 64 anni non subisce variazioni rispetto al 2010, attestandosi al 37,8%, valore tra i più elevati d'Europa. Particolarmente elevata appare l'inattività femminile (48,5%), anche se in lieve riduzione rispetto al passato. Nel 2011 il tasso di disoccupazione resta invariato rispetto all'anno precedente (8,4%) e inferiore a quello dell'Ue27 (9,7%). Il tasso di disoccupazione giovanile italiano (15-24 anni) è al 29,1%, in aumento per il quarto anno consecutivo e superiore a quello medio dell'Ue (21,4%). La disoccupazione di lunga durata (che perdura cioè da oltre 12 mesi) ha riguardato, nel 2011, il 51,3% dei disoccupati nazionali.