Il segretario replica: «Non pago qualsiasi prezzo pur di vincere»

AngelinoAlfano scova nel vocabolario i termini più morbidi per parlare del caso di Cosentino. Ma quando gli vengono riferite le parole dell'ex sottosegretario, quel «perdente di successo» con il quale il deputato di Casal di Principe l'ha apostrofato nell'affollatissima conferenza stampa pomeridiana, il segretario abbandona le mezze misure e risponde andando all'attacco: «Capisco l'amarezza di Cosentino e non intendo polemizzare con lui. Come tutti gli uomini mi è capitato di vincere e di perdere, ma non sono pronto a pagare qualsiasi prezzo pur di vincere», dice nel corso di Ballarò. Quasi ad accusare l'avversario di aver condotto la battaglia politica senza scrupoli. Nel corso della giornata, il segretario aveva usato toni molto più sfumati. A partire da quando, in un colloquio con il Corriere della sera, aveva spiegato che l'esclusione di Cosentino «è stata una decisione fondata sulla inopportunità politica, senza che questo significhi l'abbandono del principio di non colpevolezza». «Noi non intendiamo abbandonare il nostro ideale garantista - aveva proseguito - continuiamo a considerare i giustizialisti i nemici della giustizia. Ma un partito politico deve avere la capacità e la forza di scegliere, anche quando le scelte sono dolorose e drammatiche. In questo, come in altri casi, il Pdl e Berlusconi hanno dimostrato di avere le idee chiare e il coraggio di realizzarle». «Fare le liste - ha raccontato il segretario del Pdl - è sempre mettersi alla prova e non c'è dubbio che il momento più drammatico sia stata la scelta di non candidare Nicola Cosentino, perché da questa decisione potrebbero discendere, se non prevalesse il buon senso della magistratura napoletana, conseguenze sulla libertà personale di un dirigente che abbiamo difeso in Parlamento. Ma noi siamo sicuri della sua innocenza». Ora che le liste sono completate, e che i presunti attriti del segretario con Verdini smentiti, il Pdl può nuovamente concentrarsi sulla campagna elettorale vera e propria. Che passa ancora una volta per un duro attacco a Monti: «Il Professore ha sbagliato politica economica perché ha detto troppo sì all'Europa - ha rivendicato Alfano a Ballarò - e la pressione fiscale in un anno è aumentata dal 42,6% al 44,1%». Infine, il segretario ha cercato di chiarire il nodo sul candidato premier del Pdl: «Berlusconi è il capo della coalizione, il candidato premier si vedrà dopo, intanto pensiamo a vincere». «Io sono qui a sostenere il nostro leader della coalizione, Berlusconi - ha concluso Alfano - che ha detto di voler fare il ministro dell'Economia, e lui che viene dalla trincea del lavoro lo farebbe sicuramente meglio di tanti chiacchieroni ex cathedra».