Ora anche Pier Luigi Bersani è ufficialmente entrato in campagna elettorale.
Mapoi Mario Monti ha deciso di salire in politica, Silvio Berlusconi di occupare la televisione, e Bersani ha dovuto fare i conti con qualche sondaggio non proprio esaltante. Quasi tre punti persi dopo le primarie che incoronarono il segretario candidato premier del centrosinistra. Con il Pdl che, nel frattempo, ha cominciato a risalire assieme al suo alleato leghista. E adesso sono in molti a ipotizzare un Senato ingovernabile in cui il centrosinistra non dovrebbe riuscire ad ottenere la maggioranza. Così il leader del Pd comincia a correre ai ripari. Poca televisione che lui preferisce la «modica quantità». Meglio i classici comizi. I primi in Lombardia, poi Bettola, la città natale che gli ha portato fortuna alle primarie, e avanti così. Oggi nel Lazio (Albano Laziale e Marino), poi in Liguria, in Veneto e venerdì 1 febbraio il «colpo di teatro». Al teatro Obihall di Firenze uscita a due con Matteo Renzi. Il «rottamatore» che dopo i pranzi e gli annunci, viene chiamato a dare una mano alla ditta. Non è un segreto, infatti, che il sindaco potrà servire per cercare di strappare qualche voto al centrodestra soprattutto in quelle Regioni del Nord dove il malumore elettorale è più forte. Dopotutto è, proprio lì, a Verona, Vicenza, Como, Lecco, che Renzi ha ottenuto alcuni dei risultati più interessanti nella sua corsa, perdente, verso la leadership del centrosinistra. E viene un po' da sorridere a pensare che mesi fa, quando il «rottamatore» parlava della necessità di raccogliere consensi nel campo avversario, nel partito c'era chi lo accusava di «connivenza» con il nemico. Poco male. Ora è il momento dell'unità, e anche se Matteo continua ad allontanare le ipotesi di un suo ingresso nel futuro governo Bersani (magari da vicepremier come suggerisce Pippo Civati) spiegando che lui vuole restare a fare il sindaco, non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro. Anzi, appena la notizia dell'appuntamento con Bersani diventa ufficiale, subito di diffonde un'altra notizia: un comizio a Prato con Massimo D'Alema. I due acerrimi nemici finalmente insieme? Un sogno ad occhi aperti. Infatti Marco Agnoletti, portavoce del sindaco, si affretta a precisare su Twitter: «Al momento è un'idea dei ragazzi del Pd di Prato ma nulla di più». E subito dopo: «Tanto per essere chiari. Non è in agenda alcuna iniziativa di Matteo Renzi con D'Alema a Prato. Confermo il 1° Febbraio con Bersani a Firenze». Ma non si tratta dell'unica mossa del leader del centrosinistra. Perché va bene strappare voti a Berlusconi, ma anche a sinistra occorre stare attenti. Lì il «pericolo» si chiama Antonio Ingroia. Con cui il segretario del Pd ha da giorni ingaggiato una battaglia sul «voto utile». Da ieri ha cominciato ad ingaggiare anche una battaglia sui contenuti lanciando un messaggio forte all'elettorato più «radicale». «Bisogna assolutamente rivedere e limitare le spese militari degli F35 - ha spiegato intervistato dal Tg2 - perché le nostre priorità sono altre. La nostra priorità non sono i caccia ma il lavoro». Aggiungendo che «per rilanciare l'economia, ci vuole più fedeltà fiscale, la vendita del patrimonio pubblico, possono abbassarsi i tassi di interesse sul debito». Ma gli F35 no, quelli non servono. A maggior ragione che, fa notare una nota dell'ufficio stampa dei Democratici alla Camera, «non è stato firmato alcun contratto di acquisto, dunque non c'è nulla da interrompere. Il Parlamento dovrà esprimersi in merito, grazie alle nuove norme approvate con la riforma dei sistemi d'arma che prevedono il consenso vincolante delle Camere. La nostra mozione sull'argomento del marzo scorso, a prima firma Antonio Rugghia, impegna il governo a riconsiderare il numero effettivo di velivoli da acquisire, così come stanno facendo gli altri paesi coinvolti nel progetto, in primis gli Stati Uniti». Applausi da tutti gli alleati, a cominciare da Nichi Vendola, mentre Antonio Di Pietro, schierato con Ingroia, attacca: «Caro Bersani, si vede che siamo in campagna elettorale, visto che, fino ad oggi, avete approvato e sostenuto chi quegli F35 li ha comprati ed ha sprecato i soldi dei cittadini per i sommergibili e missioni di guerra. Le tue, oggi sono solo lacrime di coccodrillo». Parole che spiegano meglio di mille analisi quanto la sfida a sinistra sia accesa e decisiva per i futuri equilibri parlamentari. Bersani, però, continua ad ostentare sicurezza: «C'è certamente un'offerta politica ampia e nuova, ma la novità più grande è il Pd». Intanto posta un video che lo ritrae in macchina mentre fuma il sigaro ascoltando sull'iPad l'ultimo singolo di Vasco Rossi. «Il ritorno di Vasco - scrive su Twitter - è una bellissima notizia». Vuoi vedere che si è pentito perché l'Inno di Gianna Nannini, scelto come colonna sonora della campagna, gli starà facendo perdere voti?