Sentenza su Ruby dopo le elezioni
Ilnuovo calendario, ha spiegato il presidente del collegio Giulia Turri, è stato imposto da esigenze organizzative del collegio. Uno dei tre membri di quest'ultimo è stato trasferito in altra sede e sarà quindi impegnato su altri fronti e, sempre stando alla spiegazione del presidente Turri, nelle prossime settimane il collegio «Ruby» dovrà dare la precedenza a processi che hanno come imputati dei detenuti. Dunque, dove non sono arrivate le richieste degli avvocati di Berlusconi hanno provveduto a favore del premier le difficoltà tecnico-organizzative del Tribunale. Anche ieri il duo dei legali Longo-Ghedini ha provato a chiedere uno stop per la campagna elettorale, ma la risposta del Tribunale è stata un «no» secco, come già era stata bocciata, nella scorsa udienza, l'istanza di sospensione per l'attività pre-voto di Berlusconi. Inoltre Ghedini aveva messo sul piatto anche la propria candidatura alle elezioni: «Continuo a ribadire con la massima tranquillità che la sospensione di 30 giorni è assolutamente ragionevole ed è sempre stata concessa finora dal Tribunale di Milano», aveva spiegato l'avvocato del Cavaliere, aggiungendo che «nel caso che la richiesta fosse respinta potremo eventualmente decidere di rimettere il mandato perché un avvocato può stare nel processo se ciò è utile ma noi siamo costretti a scegliere tra fare la campagna elettorale o fare i difensori nel processo e ciò è molto grave». Il rinvio del verdetto a dopo le elezioni non sembra però dispiacere ai giudici dal momento che è stata la stessa Turri a suggerire a Ilda Boccassini, che ha opposto però un rifiuto, il rinvio della requisitoria a dopo le elezioni, e non l'11 febbraio. Il sostituto procuratore è pronta a fare la sua requisitoria, lo ha detto in aula nel corso dell'udienza di ieri, spiegando che il collegio presieduto da Giulia Turri ha già deciso «con un'ordinanza eccepibile» che la fine del processo che vede imputato Silvio Berlusconi slitterà a dopo il voto. La prossima udienza, fissata per il 28 gennaio sarà dedicata a sentire gli ultimi testimoni della difesa, tra cui la mamma di Ruby, e poi il calendario prevede altre due date, il 4 e l'11 febbraio a cui si sono aggiunte le udienze del 4 e dell'11 marzo. La Boccassini ha sottolineato come l'11 febbraio possa essere la data adatta per la richiesta di condanna di Berlusconi da parte della procura. Il tribunale ha chiesto di posticipare la requisitoria al 4 marzo. «Non è corretto gravare la procura di un peso non giusto - ha replicato Boccassini - la decisione di rinviare la requisitoria spetta al collegio. Se mi chiede se la procura ha bisogno di tempo per riflettere la mia risposta è no». Il pm ha spiegato inoltre che il processo Ruby è relativamente «semplice perché ha solo un imputato», anche se «l'istruttoria è stata complicata». Ma alla fine il nuovo calendario farà comunque slittare la sentenza a dopo il voto del 24 e 25 febbraio. Con la decisione dei giudici del caso Ruby, i tre processi a carico di Silvio Berlusconi andranno tutti a sentenza dopo il voto del 24-25 febbraio, anche se i collegi arrivano alla stessa conclusione con forme e motivazioni giuridiche diverse. Oltre alla vicenda in cui l'ex premier è accusato di concussione e prostituzione minorile, si tratta dei processi sul caso Unipol e sui diritti tv di Mediaset. «Ogni giorno ne abbiamo purtroppo la prova - ha commentato la parlamentare del Pdl Mariastella Gelmini - l'uso politico della giustizia non è qualcosa di teorico che si legge sui libri, in Italia è purtroppo una realtà diffusa». «La campagna elettorale - ha continuato l'ex ministro dell'Istruzione - non dovrebbe essere turbata da fattori esogeni, come processi, condanne, assoluzioni. Dovrebbe essere il momento della riflessione. Il mancato assenso dei giudici di Milano alla sospensione dei processi va esattamente nella direzione contraria a quella che sarebbe auspicabile».