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Nessun candidato di Pescara, la città si ribella: «Votiamo un altro partito»

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Tutticontro tutti e tanti pronti a emigrare per sostenere liste vicine ma che nulla hanno a che fare con Berlusconi. Il presidente della Regione Gianni Chiodi, che aveva minacciato il Cavaliere di fuggire dal partito dopo essere stato l'unico Governatore a ridurre le tasse è riuscito a far sconvolgere la lista della Camera, a far mettere il coordinatore regionale Filippo Piccone come capolista, il suo conterraneo Paolo Tancredi al secondo posto. Si è poi scordato di salvaguardare il territorio dimenticando completamente la provincia di Pescara. Quanto basta per far scoppiare la protesta. Non solo camera dei Deputati. Il carico è arrivato al Senato dove, dopo Berlusconi e il paracadutato Gaetano Quagliariello, c'è Paola Pelino da Sulmona, la dama dei confetti alla terza legislatura grazie a una deroga alle regole dettate dallo stesso Berlusconi. E dopo di lei non un esponente vero del territorio ma l'abruzzese Antonio Razzi, eletto nella lista dell'Idv Circoscrizione Estero - Europa. Quel Razzi che nel dicembre 2010 lascia l'Idv e passa a Noi Sud per votare il 14 dicembre contro la sfiducia al Governo Berlusconi. E a Pescara si prepara un fuggi fuggi generale. «Ho preso atto delle liste del Pdl che oltre al dato politico insoddisfacente, rappresentano uno sfregio per Pescara e la sua provincia - ha detto il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano - mi riservo di valutare la mia permanenza nel partito e nel gruppo consiliare alla Regione Abruzzo». Chiodi e Berlusconi sono avvisati, gli avversari moderati ringraziano per l'aiuto improvviso. A fare coro a Pagano ci sono il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, e il presidente provinciale del Pdl pescarese Lorenzo Sospiri. «Il capoluogo adriatico è stato letteralmente ignorato, brutalmente tagliato fuori, cancellato dalla cartina politica, dimenticando il ruolo che ha conquistato nel tempo», ha detto Testa. Gli ha fatto eco Sospiri con frecciate al governatore Chiodi che dopo aver minacciato clamorose proteste si è acquietato non appena ha avuto conferma della candidatura del teramano Tancredi: «Qualcuno diceva cha a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Il Presidente Chiodi e i dirigenti regionali ci daranno una spiegazione che mi farà cambiare idea, a oggi registro la grande e meritoria reazione indignata del Presidente Chiodi sin quando Teramo non era rappresentata, una volta corretta questa condivisa stortura, di Pescara chi se ne frega e ben venga una lista al Senato con Quagliarello e Razzi».

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