FT boccia il Professore:
prende i meriti di Draghi Il quotidiano britannico critica pure Bersani e Berlusconi. È scontro. In serata la sterzata
Larissa s'è accesa su un articolo scritto da uno dei maggiori esperti di eurozona, Wolfang Muenchau. Il titolo del suo editoriale è stato piuttosto eloquente: «Perché Monti non è l'uomo giusto per guidare l'Italia». Ovviamente ne hanno approfittato i critici del Professore. A partire dal presidente del Copasir, Massimo D'Alema: «Ho grande stima di Monti ma sono d'accordo con il Financial Times quando dice che Monti non è l'uomo adatto a guidare il Paese. Oggi l'Italia ha bisogno di politica, di qualcuno che condivida i sentimenti dei cittadini» ha detto a Sky Tg24. Secondo D'Alema, il premier uscente «pretende di essere bravo solo lui. Dice che vuole liberare il Paese dagli incapaci. Noi abbiamo governato con Ciampi, Prodi, Padoa Schioppa: calma professore!». Ci pensa il capolista della Lista Monti in Sardegna al Senato, Mario Sechi, a replicare: «Evidentemente non ha letto per intero l'articolo di Wolfgang Muenchau, dove si dice che Pier Luigi Bersani è "timido di fronte alle riforme strutturali". L'ex direttore de Il Tempo aggiunge: «D'Alema dimentica che la fretta è nemica della perfezione. Prima di dichiarare bisogna leggere. Avrebbe così scoperto che il commento critica tutti: Monti, Bersani e Berlusconi. In realtà, come sa chi legge regolarmente gli articoli di Wolfgang Muenchau - puntualizza Sechi - il suo vero obiettivo è criticare le politiche di Angela Merkel». Conferma il direttore del Financial Times, Lionel Barber: «L'editoriale di Wolfgang Muenchau su Monti ha suscitato un dibattito su Twitter da cui sembrerebbe che Ft sostenga Berlusconi. Del tutto sbagliato. Nel pezzo Muenchau è stato piuttosto severo con tutti i candidati premier. Come primo ministro, Monti aveva promesso riforme ed è finito con l'aumentare le tasse, il suo governo ha cercato di introdurre delle moderate riforme strutturali che sono state annacquate fino a un'irrilevanza macroeconomica». E se «la discesa dello spread» è stata merito, più che di Monti, di «un altro Mario, Draghi, presidente della Bce», la bocciatura è evidente anche per Berlusconi e Bersani. Il primo «per diventare credibile dovrebbe tracciare una strategia chiara con il dettaglio delle sue scelte. Al momento tutto quello che abbiamo sono dichiarazioni televisive». Quanto al secondo, il segretario del Pd, «i temi principali della sua campagna sono una tassa sui ricchi, la lotta all'evasione fiscale e al riciclaggio di denaro, e ai diritti dei gay». Attacca il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi: «È difficile non essere d'accordo con quanto scrive il Financial Times. In sostanza, il prestigioso quotidiano britannico, conferma che Monti è stato un pessimo tecnico e un deludente politico». Si stupisce l'ex ministro degli Esteri, montiano della prima ora, Franco Frattini: «Ignoriamo la percezione che dell'Italia si ha all'estero, ma poi ci agitiamo per un'opinione scritta su un quotidiano straniero! - nota con stupore - Dovremmo lasciare che le opinioni restino tali e, piuttosto, prenderne le distanze con i fatti e non con i cori da stadio pro o contro qualcuno». Secondo Benedetto Della Vedova (Fli)«è positivo che il Pdl scopra la stampa anglosassone, anche se gli effetti sono grotteschi, poiché questo avviene solo quando a essere criticato è Monti e non quando le critiche investono l'adeguatezza e la credibilità di Silvio Berlusconi». Dal canto suo, il premier Mario Monti non ci sta e oggi scriverà una lettera al quotidiano britannico. Ma le polemiche non si fermano. Ironizza la senatrice del Pdl Simona Vicari: «Dopo le durissime critiche del Financial Times, che stronca la "salita in politica" di Mario Monti, accuseranno il prestigioso quotidiano economico di essere al soldo di Berlusconi?». In serata il quotidiano, in un nuovo editoriale on line, precisa: «Bersani e Monti devono sfruttare il voto per portare avanti l'idea di un nuovo inizio». Poi aggiunge: «Il governo Monti, assieme alla Bce, ha aiutato a ricostruire la credibilità fiscale dell'Italia». Infine la stoccata al Cavaliere: «Gli italiani non devono essere abbindolati ancora una volta».