Bersani: Berlusconi come Schettino
Il segretario del Pd attacca il Cav: è il capitano che porta la nave sugli scogli Poi punge Ingroia: «Non è di sinistra chi rischia di far vincere la destra»
PierLuigi Bersani dà uno sguardo ai sondaggi, vede un Pd che fatica ad arginare il calo dei consensi e decide di cambiare passo nella campagna elettorale. Ma ancora più che al «solito» Berlusconi, le parole più dure sono quelle rivolte al leader di Rivoluzione Civile, colpevole di mettere a rischio la vittoria dei Dem nelle regioni chiave per la battaglia al Senato. E così, durante Lo Spoglio su Sky Tg24, il leader del Pd ribalta le accuse formulate durante la giornata dall'ex pm, che si era chiesto «che sinistra è quella che si allea con Monti». «Che sinistra è quella cherischia di far vincere la destra», intima invece Bersani. Prima di marcare ulteriori distanze da Ingroia: «Io credo a una sinistra riformista. Chi non si pone il problema di governare per me non è di sinistra. Chi affronta un tema come la legalità con un'ottica di fazioni contrapposte, non è di sinistra». Parole che segnalano un gelo ormai irreversibile tra i Democratici e l'estrema sinistra radunata sotto il simbolo di Rivoluzione Civile. E poco importa che i sondaggi continuino a segnalare in crescita la truppa di Ingroia: «Mi sembra comunque difficile che possano raggiungere il quorum al Senato in Lombardia - spiega Bersani - e quindi nessuno faccia finta di non capire». Il tema resta inevitabilmente quello del voto utile: «Se si pensa a un voto per battere la destra, per vincere, quello è solo il voto per il Pd». Un concetto che torna utile anche quando si parla di Monti: «Si è voluta presentare un'operazione civica che, però, in Lombardia ha deciso di non appoggiare Ambrosoli, il candidato più civico che c'è e invece di puntare su Albertini che, sondaggi alla mano, non ha possibilità di vittoria». E nel pungere il premier Bersani trova modo anche per criticare Marchionne: «Al posto di Monti - spiega - prima di correre a Melfi ad applaudire io mi sarei fatto spiegare un po' meglio il piano della Fiat. Per anni si è parlato di investimenti di 20 miliardi, invece mi pare che non ne siano stati più di 3 o 4». Il candidato del centrosinistra poi passa in rassegna alcuni punti del suo programma: spiega di voler incrociare l'economia verde con l'edilizia per rilanciare il settore delle costruzioni, svela la sua intenzione di esentare dall'Imu chi paga fino a 400-500 euro, annuncia una lotta serrata all'evasione fiscale con l'abbassamento della soglia della tracciabilità sotto i 999 euro. Prima di congedarsi però dice la sua sul caso Cosentino che ha tenuto il Pdl sotto scacco per un giorno: «È una vicenda tra il grottesco e lo scandaloso - accusa - e c'è un abisso incredibile con chi come noi ha fatto le primarie e ha stabilitop che anche solo con un rinvio a giudizio non si poteva essere candidati». L'ultimo pensiero è un'apertura al confronto televisivo con gli altri candidati. Se finora Bersani aveva escluso di sfidare Berlusconi «perché non è un candidato premier», ieri il leader del Pd è sembrato tornare sui suoi passi: «Sarei pronto ad affrontare Alfano, Berlusconi, venghino anche tutti e due», ha detto sorridendo. Prima di riservare all'ex premier le parole più dure: «È come il comandante che ha portato la nave contro gli scogli». «Come Schettino?» gli chiede Ilaria D'Amico. «Lo ha detto lei», chiosa il segretario. I sondaggi avranno consigliato un cambio di passo anche su questo fronte.