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Al Qaeda rivendica l'attentato

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Trovati i corpi di 25 ostaggi: per il governo algerino il bilancio è provvisorio Il ministro dell'Energia, Youcef Yousfi: «Mai ridotte esportazioni di gas»

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Marlboro»per il suo impero fondato sul contrabbando di sigarette, ha rivendicato la responsabilità per la crisi degli ostaggi nell'impianto energetico di In Amenas, in un nuovo video ottenuto dall'agenzia mauritana Sahara Media. Lo riporta la stessa agenzia sul suo sito web in lingua francese. «Noi di Al Qaeda siamo responsabili di questa operazione che benediciamo», afferma, presentandosi per la prima volta come membro di Al Qaeda. In questo messaggio video registrato, che porta la data del 17 gennaio 2013, Belmokhtar si dice anche disposto a negoziare con l'Algeria e i Paesi occidentali a condizione che cessi l'operazione militare in corso nel Mali. Inoltre, precisa che l'attacco all'impianto di In Amenas è stato condotto da quaranta jihadisti provenienti da vari paesi musulmani e anche da paesi occidentali, a nome dei «Firmatari con il sangue» (gruppo da lui creato). Belmokhtar spiega che l'attacco è stato condotto per rappresaglia contro l'Algeria, che «ha permesso al colonizzatore di ieri (la Francia, ndr) di utilizzare il suo suolo e il suo spazio aereo per uccidere i nostri in Mali». La crisi, iniziata mercoledì, si è risolta sabato scorso con un blitz finale delle forze speciali algerine. Incerto ancora il bilancio delle vittime. Finora sono stati ritrovati i corpi di venticinque ostaggi. Sarebbero stati uccisi anche trentadue terroristi. Le squadre al lavoro per la bonifica dello stabilimento di gas naturale di In Amenas, in Algeria, hanno trovato «numerosi» corpi. Lo riferisce una fonte della sicurezza algerina, spiegando che è difficile poterli identificare e stabilire se si tratti di ostaggi stranieri o di altri. Ieri pomeriggio il portavoce del governo di Algeri, Mohamed Said, ha fatto sapere che il bilancio degli ostaggi uccisi non è ancora definito e potrebbero essere trovati ancora corpi privi di vita. La società giapponese Jgcj ha reso noto che sono ancora diciassette i propri dipendenti di cui non ha notizie dopo la conclusione del blitz. Il portavoce della società di costruzioni ha detto che la situazione «è grave», precisando comunque che altri sessantuno dipendenti sono in salvo. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe aveva detto che aveva ricevuto «tristi notizie riguardo agli ostaggi giapponesi» dal premier algerino, Abdelmalek Sellal. Alcuni testimoni, infatti, hanno riferito che nove giapponesi sono stati uccisi dai terroristi islamici nell'impianto algerino. Intanto il ministro dell'energia Youcef Yousf in merito alle accuse rivoltegli sulla riduzione dell'esportazione di gas ha tenuto a precisare: «Mai ridotte esportazioni di gas. Neppure nei momenti più drammatici dell'assalto al sito l'Algeria. I nostri partner – ha detto Yousf – non hanno sofferto per la situazione. Non abbiamo ridotto le nostre esportazioni di gas, abbiamo semplicemente compensato la mancanza di produzione (dal sito di In Amenas, ndr) con quelle di altri giacimenti». Il sito di In Amenas (gestito dall'algerina Sonatrach, dalla britannica Bp e dalla norvegese Statoil) produce ogni anno otto miliardi di metri cubi di gas.

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