Salva-Ilva, è braccio di ferro

Lariunione sull'Ilva presieduta da Mario Monti a Palazzo Chigi ha contribuito a rasserenare gli animi, e gli operai del siderurgico sono tornati al lavoro da ieri mattina. Resta aperta, però, la querelle giudiziaria legata al dissequestro del materiale prodotto da luglio a dicembre, la cui vendita renderebbe più agevole la vita economica dell'azienda. Il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, ha espresso via Twitter una severa critica nei confronti dell'orientamento assunto finora dai magistrati di Taranto. E il ministro dell'Ambiente Corrado Clini da Perugia ha rimarcato il segnale politico lanciato nel vertice romano: «La magistratura deve tener conto della legge, ma anche di questa ultima indicazione, che non è un suggerimento ma una presa di posizione molto forte e impegnativa. Anche se c'è stato ricorso alla Corte costituzionale, la legge va immediatamente applicata per permettere all'azienda di essere messa in condizioni di potere utilizzare gli impianti e di poter commercializzare i prodotti finiti». Lo spettro della chiusura della fabbrica resta dietro l'angolo e il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante ha puntualizzato che l'eventualità è sul tavolo: «Se la magistratura proseguisse con questo atteggiamento non sarebbe una nostra scelta quella della chiusura, ma una conseguenza dell'atteggiamento della Procura. Non possono partire le navi con le merci con destinazioni molto precise. Tutto questo rappresenta un danno gravissimo per l'azienda e diminuisce la nostra posizione nei confronti del sistema creditizio». Il dissequestro, per la dirigenza dell'acciaieria, è il primo passo per non mettere a rischio il pagamento degli stipendi dei lavoratori. Dalla Procura intanto si è levata la voce di Franco Sebastio, procuratore capo: «Ci rendiamo conto del livello elevatissimo dei nostri interlocutori e prestiamo la massima attenzione a quello che accade, studieremo, valuteremo, ma come al solito noi non apriamo bocca, mai come in questo momento il silenzio è d'oro». E in merito ai ricorsi pendenti davanti alla Corte Costituzionale avanzati dai magistrati jonici, Sebastio ha spiegato che la decisione della Consulta sul conflitto di attribuzione sollevato dalla Procura di Taranto sulla legge 231 risulta «irrilevante, perché superata dalla questioni di legittimità costituzionale sulla legge che è stata posta successivamente». «È da questo pronunciamento - ha analizzato Sebastio - che potranno emergere effetti sul sequestro». Infine, la Fim Cisl ha rassicurato i lavoratori («L'Ilva ha garantito il pagamento degli stipendi») e ha rinnovato il senso della concertazione in atto. «Continuiamo a pensare che i tre obiettivi "lavoro, ambiente e salute" siano alla nostra portata. Questo meritano la città di Taranto e i lavoratori dell'Ilva»: questo è il senso della presa di posizione del segretario nazionale Marco Bentivogli e il segretario provinciale di Taranto, Mimmo Panarelli.