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Via dalle liste gli «impresentabili» Crisafulli, Papania e Caputo

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Eccoliqua gli «impresentabili» del Pd. Quelli che, secondo la Commissione nazionale di garanzia del partito riunita ieri, non potranno partecipare alle prossime elezioni politiche. Fuori dalle liste con effetto immediato. Il motivo? «Candidature inopportune» si legge nella delibera. «Abbiamo voluto mantenere fermi due principi tra di loro in difficile equilibrio - spiega il presidente della Commissione Luigi Berlinguer -: da un lato quello costituzionale che si fonda sulla presunzione di innocenza del singolo e, dall'altro, quello che impone alla commissione che presiedo la tutela dell'immagine e della stessa onorabilità di quel grande corpo collettivo che è un partito di massa come il Pd». «Di fronte a polveroni mediatici e a sommari processi di piazza (magari via web) che creano un irrespirabile clima di intolleranza e di generiche accuse all'intero sistema democratico - ha aggiunto -, la Commissione di garanzia ha scelto sulla base dell'interpretazione severa di codice etico, statuto, leggi dello Stato. Questo ci ha portato a ottenere 2 rinunce volontarie (Antonio Luongo e Bruna Brembilla ndr) e a deliberare l'esclusione, con motivazioni tra loro diverse, di tre candidati dalle liste del partito». I tre, però, non l'hanno presa proprio bene. «Esterrefatto» Caputo, consigliere regionale campano raggiunto nei giorni scorsi da un avviso di garanzia nell'ambito di un'inchiesta su preseunti falsi rimborsi. Arrabbiato Crisafulli, senatore uscente, «re» di Enna, rinviato a giudizio per concorso in abuso d'ufficio e archiviato per concorso in associazione mafiosa. «È giacobinismo allo stato puro - attacca -. Un errore e una scorrettezza clamorosa. Spero che il mio partito non continui su questa strada, quando si sceglie la via della purezza c'è sempre uno più puro che ti epura. Come farò a spiegarlo alle 6.600 persone che son venute a votarmi alle primarie? È una cosa scorretta che poteva essere evitata. Se volevano arrivare a questo potevano dirmelo anche prima». Mentre Papania, anche lui senatore uscente che ha patteggiato 2 mesi per una condanna per abuso d'ufficio, preferisce il silenzio. Di certo c'è che l'esclusione dei 3, premiati dagli elettori alla parlamentarie, rischia di produrre un'emorragia di voti in due Regioni, Sicilia e Campania, che potrebbero risultare decisive per gli equilibri del Senato.

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