Udc all'attacco. Senza donne
In campoAlla Camera Cesa capolista in 5 circoscrizioni. Buttiglione in 3 In lista anche il nipote di De Mita e figli di eurodeputati e parlamentari
Salviinvece quelli che nella legislatura che si è appena conclusa avevano lasciato il Pdl per l'Udc ma non i transfughi del Pd. E poi diversi parenti e figli di «storici» politici democristiani in corsa per un seggio sicuro. È la fotografia delle liste di Pier Ferdinando Casini per la Camera, pubblicate ieri sul sito internet del partito con la sola eccezione della lista Abruzzo che manca ancora. Capolista in cinque ciroscrizioni (Basilicata, Calabria, Lazio 2, Puglia, Sardegna) il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, ne guida tre (Campania 1, Lombardia 2, Marche) il presidente del partito, Rocco Buttiglione. Capolista in Sicilia 1 e 2 Giampiero D'Alia, che trasloca dal Senato alla Camera. Un posto sicuro Casini lo riserva pure al senatore dell'Mpa di Raffaele Lombardo Giovanni Pistorio, secondo in Sicilia 2. Blindato anche Ferdinando Adornato, capolista in Piemonte 1 e secondo in lista in Sicilia 1 e Lombardia 2. Correrà col partito di Casini alla Camera anche il ministro dell'Agricoltura del governo Monti, Mario Catania, capolista in Piemonte 2, Veneto 1 e Campania 2. Guiderà la lista centrista in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia 3 e Veneto 2 Gian Luca Galletti, il capogruppo dell'Udc a Montecitorio. Con l'Udc anche Giorgio Guerrini, consigliere Cnel, ex Confartigianato: è capolista in Lombardia, Toscana e Umbria. Gli altri deputati ricandidati sono Roberto Occhiuto, Angelo Compagnon, Pietro Marcazzan, Amedeo Ciccanti, Angelo Cera, Giorgio Oppi. Mentre correranno al Senato per la lista «Con Monti per l'Italia» Casini, capolista in cinque regioni, Mauro Libè e il portavoce dell'Udc, Antonio De Poli. Più a rischio la rielezione di Roberto Rao, quarto nel Lazio, di Nunzio Testa e Nedo Poli. Tra gli esclusi ci sono Savino Pezzotta, Pierluigi Mantini, Mario Tassone, Armando Dionisi, Francesco Bosi. Insieme a Renzo Lusetti ed Enzo Carra che per l'Udc avevano lasciato il Pd. Premiati con un posto sicuro in lista alla Camera invece i parlamentari che avevano detto addio al Pdl per Casini: Alessio Bonciani, secondo in lista in Toscana, Gabriella Carlucci, quarta in Puglia, Gabriella Mondello, terza in Liguria. Queste ultime due saranno parte della come sempre magrissima quota rosa centrista composta anche da Paola Binetti che si è guadagnata un posto in cima alla lista di Liguria e Lazio 1, e dalle new entry Gianna Galzignato, segretario provinciale del partito a Treviso, e Silvia Noè. Più difficile la rielezione di Anna Teresa Formisano e l'esordio di Enrica Pontello, terze rispettivamente in Lazio 2 e Veneto 2, dove l'Udc alle ultime elezioni ha eletto solo un deputato. Hanno già fatto discutere le candidature di «figli e parenti»: Michele Trematerra, figlio dell'europarlamentare Udc Gino e assessore all'Agricoltura della Regione Calabria, al Senato; alla Camera Gianpiero Zinzi, figlio del deputato uscente Domenico, e Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco e vicepresidente della Giunta regionale della Campania, in Campania 2. Poi ancora Giuseppe Delfino in Piemonte 2, figlio dell'uscente Teresio, Silvia Noè, cognata di Casini, e Fabrizio Anzolini, ex fidanzato di sua figlia, candidato però in terza posizione in Friuli Venezia Giulia con poche chance di rielezione. Tuttavia, al di là delle accuse di nepotismo, scorrendo le liste centriste salta all'occhio una candidatura che farà discutere: quella a Montecitorio di Rosario Monteleone, secondo in lista in Liguria, originario di Careri in provincia di Reggio Calabria, presidente del Consiglio regionale ligure, nominato Cavaliere dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo scorso 2 giugno. Il nome di Monteleone, mai indagato, compare in alcune intercettazioni del boss della 'ndrangheta Mimmo Gangemi nell'ambito delle inchieste Maglio e Crimine. Lui si è sempre difeso sostenendo di non avere nulla a che fare «con questa gente». Intanto, Casini assicura: «Io e Vendola siamo incompatibili in un governo. È un film di fantascienza ipotizzare un'alleanza post elettorale con il centrosinistra perché il nostro programma non potrà mai convivere con quello di Sinistra e Libertà».