L'incubo dei parlamentari del Pdl – nella settimana decisiva per capire se saranno ripresentati in lista oppure no – si chiama «paracadutati».
Nelleposizioni migliori, però, in modo da essere eletti. Sono i rappresentanti della «società civile» ma anche deputati e senatori che vengono decisi dal vertice del partito. E mai come stavolta nel Pdl la paura di dover far posto a qualcuno catapultato direttamente da Arcore è tangibile. Così come la rabbia. «Devono stare attenti, molto attenti – sibila un parlamentare laziale – Possono anche tagliare qualcuno e mettere chi vogliono loro. Però poi non ci vengano a chiedere i voti o di fare campagna elettorale per loro». Ed è proprio questo il dilemma che si trovano davanti Angelino Alfano, Denis Verdini e Maurizio Lupi, il terzetto che da ieri ha iniziato a lavorare sulle liste: come far posto a candidati «obbligati» non sacrificando però chi ha in tasca pacchetti di migliaia di voti. Nel Lazio, ad esempio, c'è malumore per la possibile presenza in lista di Renata Polverini, l'ex governatrice del Lazio, che potrebbe togliere un posto prezioso. E infatti i coordinatori laziali sono già sul piede di guerra. E altri «mal di pancia» ci sono stati in Piemonte per l'annuncio di Daniela Santanchè come capolista. Così come sembra una mina vagante da piazzare da qualche parte la deputata Maria Rosaria Rossi, romana di Cinecittà, ormai donna-ombra di Berlusconi. Tra i «paracadutati» eccellenti potrebbero esserci, a sorpresa, anche Clemente Mastella e Riccardo Villari. L'ex ministro della Giustizia con Romano Prodi ha presentato il suo simbolo al Viminale senza apparentarsi con il Pdl, ma potrebbe essere inserito in una delle liste della coalizione di centrodestra, in una posizione che gli consenta di essere eletto qualora scatti il premio di maggioranza. E lo stesso discorso potrebbe valere anche per Villari). Per il momento si sa che il Cavaliere sarà capolista al Senato in Campania – regione fondamentale per cercare di conquistare la maggioranza a palazzo Madama – e al secondo posto ci sarà il magistrato Francesco Nitto Palma. Lo stesso al quale Berlusconi ha affidato il compito di leggere le «carte» dei parlamentari del Pdl sotto processo. E per quanto riguarda la candidatura contestatissima di Nicola Cosentino, il Cav ha spiegato che «non ha trovato nulla che lo possa accusare». Dunque per l'ex coordinatore della Campania del Pdl un posto in lista ci sarà, probabilmente al terzo posto per il Senato nella sua Regione. Dopo di lui Alessandra Mussolini. Mara Carfagna invece dovrebbe essere seconda alla Camera subito dopo Luigi Cesaro. A rischio invece Alfonso Papa, mentre sarebbero risalite le quotazioni per un ripescaggio di Marco Milanese. Sarebbero sempre in bilico Mario Landolfi e Pasquale Viespoli mentre Amedeo Laboccetta sarebbe ancora in discussione ma dovrebbe spuntarla. Altra regione chiave per la rimonta è la Lombardia; alla Camera, nella circoscrizione 1, dovrebbe correre Angelino Alfano come capolista e in testa di lista ci sarebbero Maurizio Lupi e leader della Dca, Gianfranco Rotondi. L'ex ministro dello Sviluppo Paolo Romani potrebbe presentarsi al Senato in Lombardia o alla Camera. Discorso a parte per Marcello Dell'Utri: su di lui, hanno spiegato dal Pdl, decide direttamente Berlusconi. Al quale spetterà l'ultima parola su tutti i nomi. Decisioni che verranno prese nel fine settimana. Il Cavaliere, comunque, sembra ormai essere disposto a «sacrificare» il suo uomo in Sicilia. Da salvare, invece, ci sarebbero una decina tra parlamentari uscenti ed ex ministri che sono fuori dai paletti fissati da Berlusconi: no alla candidatura di chi ha fatto più di tre legislature e che ha più di 65 anni. Tra questi Claudio Scajola e Donato Bruno. Pa. Zap.