Il Viminale cancella le liste civett
Monti,Grillo e Ingroia tirano un sospiro di sollievo. La Lega dovrà, invece, modificare il suo simbolo mentre l'Udc sarà l'unico partito a esibire lo scudocrociato. Ma non è tutto. Tra i loghi che hanno passato l'esame del ministero dell'Interno ci sono anche Bunga-Bunga, Io non voto, Poeti d'azione e tanti altri. Sono 34 i simboli elettorali ricusati mentre 169 quelli approvati e 14 presentati «senza effetti». I rappresentanti dei contrassegni ricusati potranno accettare le modifiche segnalate come necessarie dal Viminale oppure spostare la battaglia in Cassazione che avrà 48 ore di tempo per esaminare i ricorsi. Tra i simboli ricusati, ci sono i contrassegni «clonati» del Movimento 5 Stelle. Poi quello di Rivoluzione civile, che non ha nulla a che vedere con il movimento arancione di Ingroia ma che si chiama nello stesso modo. Infine, non è stato ammesso il «clone» di Scelta civica, il partito del premier Mario Monti. È stato ricusato anche il simbolo della Lega Nord, autentico ma al suo interno compare il nome di Tremonti con la M centrale maiuscola e potrebbe dunque ingenerare confusione nell'elettore: grafica che la Lega Nord di Maroni e Bossi provvederà a correggere. Tra i contrassegni che non hanno passato l'esame del Viminale, ci sono il teschio con le spade incrociate del Partito pirata, la fiamma tricolore del Msi destra nazionale e quella del Mis movimento sociale; il tassello di puzzle con la scritta Liberi da Equitalia; i tre scudi crociati con la scritta Libertas Democrazia cristiana, uno con sfondo celeste, uno azzurro e uno blu. Ancora: Viva l'Italia identico nel logo a Forza Italia, due simboli con la scritta Lega Padana, 2 con quella Grande Sud, 2 contrassegni con falce, martello e stella del Partito comunista e del Pci proletari. Non hanno passato il vaglio del ministero neanche i simboli di Forza evasori, Rsi nuova Italia, la cui sigla richiama quella della mussoliniana Repubblica di Salò, No chiusura ospedali, No Equitalia, Forza italiani, Udc unione di centro che non è il partito di Casini, la lista dei Grilli parlanti, Consortio vitae, Nuova forza Italia e Voto di Protesta. Poi ci sono i contrassegni «senza effetti». Vengono definiti così dal Viminale 16 simboli presentati ma che non compariranno nelle liste elettorali per le Politiche del 24 e 25 febbraio. Alcuni di questi simboli appartengono a partiti storici come il Pds oppure a movimenti che hanno deciso di presentarsi confluendo in altre liste. È il caso di Italia dei Valori di Di Pietro, dei Verdi, di Rifondazione comunista, del Pdci. Nella bacheca dei contrassegni senza effetti figura anche lo storico simbolo dell'Uomo Qualunque, oltre ai loghi di Italia Opera, Veneto Stato, Salento Regione, Pin, De, Fronte Indipendenza, Valle Camonica zona franca, Italia società civile e Come ci hanno ridotto. «Non poteva che andare così: non c'era alternativa» ha spiegato Vito Crimi, capolista al Senato per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. «Eravamo certi che non potevano non accettare il nostro simbolo e non ricusare tutti gli altri "farlocchi". Siamo soddisfatti per le decisioni del ministero dell'Interno». Non è contento, invece, Samuele Monti: «Con Monti c'è un'omonimia, ma io ho presentato il simbolo prima di Mario Monti. Non conosco le motivazioni della decisione del Viminale, ma in punta di diritto sono perplesso».